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Da Piode all'Alpe Meggiana: storie e leggende
Il testo che segue è stato tratto, con alcuni "tagli" resisi necessari per sole ragioni di spazio, dall'articolo di Attilio Martinetti e Davide Viancino, pubblicato sul "Notiziario sezionale" del CAI di Vercelli del Dicembre 1989. Le fotografie sono di Attilio Martinetti (per gentile concessione dell'Autore).


Gruppo di baite sulla strada in terra battuta (m. 1560)
... Partendo per la nostra passeggiata, ci saremo ricordati di far provvista di pane fresco, affettati ed una buona fetta di torta fatta in casa dai proprietari del più vecchio, anche se ora ben riammodernato negozio di alimentari di Piode: "la Maria" (Ndr: più recenti gestori l'hanno denominato: "La bottega"). Si attraversa così il ponte sul Sesia che in questo tratto, oltre ad essere riserva di pesca, è il traguardo più ambito dei maggiori esperti di canoa essendo, con le sue rapide, uno dei fiumi più impegnativi in tutta Europa.
Si prosegue sull'asfalto per ancora pochi metri imboccando ben presto, sulla destra, la vecchia mulattiera che porta a Piedimeggiana (in antico: "Pedemezzana"). ... Fatta qui una debita scorta d'acqua da una tipicissima fontana con la vasca in pietra, si continua alla volta delle Pietre Grosse. ...
Lasciata la chiesa delle Pietre Grosse, la mulattiera s'inerpica tra una folta pineta e boschi d'alto fusto, per condurci alla "Cappella delle Pose", edificata a metà Seicento deve il suo nome al necessario riposo di cui si sente il bisogno a questo punto del tragitto... (Ndr: una scritta recita: "Una posa la va mai mal". Da notare anche che sulla destra di questa cappella-edicola si diparte il sentiero per il Pizzo).
La mulattiera concede qualche metro di falso piano e parecchi altri di forte discesa prima di raggiungere il "Cros dal Pè", che null'altro è se non il torrente che origina dalla confluenza dei numerosi torrentelli di Meggiana. Varcando il "Cros" ci si addentra in un bosco di alti faggi ove il sentiero si fa più ripido per arrivare all'"Avei dal Buscon"....al cui piede fu collocata una panchina in pietra sulla quale oltre a delle iniziali, porta una data: 1866. Questo abete offriva, nel passato (Ndr: come detto in altra sede, questo abete ora non esiste più), un validissimo riparo per il fieno proveniente dagli alpeggi, che qui sostava in attesa di essere definitivamente trasportato a valle.
Dopo poco più di un'ora dalla partenza, si raggiunge così uno spazio aperto circondato da faggi e pini, sul cui margine sinistro si trova la "Chiesa d'la Parpòla". Costruita come cappella a fine '500, per poi essere stata più volte ristrutturata ed ampliata, porta con sè una leggenda... Si racconta che su di un sasso, in primavera al disgelo, apparve un'immagine della Madonna, che fu ritenuto dagli abitanti degli alpeggi un evento miracoloso. Per onorare questa apparizione divina si pensò così di edificare una cappella in onore della Madonna "delle nevi" che, fino all'inizio del secondo conflitto mondiale, era meta domenicale degli abitanti degli alpeggi i quali scendevano numerosi per la Santa Messa, officiata dal parroco di Piode al quale era riservata una stanzetta per poter pernottare in caso di cattivo tempo.
Lasciata la "Parpola"... fino ad uscire dal bosco... si aprirà, nella sua completa imponenza, una meravigliosa panoramica sul massiccio del Rosa, offrendo alla vista, oltre alla Punta Gnifetti, anche la Nordend.

Pascolo a Meggiana
In circa mezz'ora, seguendo un facile sentiero, si raggiunge l'alpe "Rusa" (m. 1473) ... e scopriamo che il rudere a fianco delle due baite qui presenti era, nei primi dell'Ottocento, un'enorme costruzione, tanto da essere indicata con l'appellativo "Al palasciu d'la Rusa". Fu fatta costruire da un ricco Piodese, tal Turcotti, che per l'edificazione aveva utilizzato il primo cemento portato in valle. Si racconta che... tornato in patria dalla Francia, ove fece fortuna, per allietare le sue serate trovò il modo di farsi portare nel suo "palasciu" un pianoforte. ...
Lasciata "la Rusa", in circa venti minuti di cammino raggiungiamo finalmente quella che si può definire come la nostra meta. Ci troviamo perciò a circa m. 1500, su una strada in terra battuta che collega le varie baite formanti... il cuore di Meggiana.
L'alpe, una volta chiamata "Mezzana" per indicare così pascoli situati ad un'altezza media rispetto a tutti gli altri presenti in valle, è in realtà un insieme di alpeggi con relative baite adibite, ancora oggi, sia ad abitazione che a stalla. In stagione di alpeggio Meggiana contava, nel 1599, ben 180 anime, suddivise in circa 60 focolari. Gli alpigiani, che fino al 1935 pascolavano ben 1000 vacche, costruirono le loro baite usando unicamente pietre e legno provenienti dalle immediate vicinanze...
Meggiana, oggi, è pur sempre zona di pascolo anche se i pastori sono drasticamente ridotti ad un paio; le baite, ristrutturate ed ammodernate, sono invece un luogo di soggiorno estivo di alcuni Piodesi e non.

L'Alpe Rivone, un'oasi di pace
Parallelamente alla diminuzione della pastorizia si è avuto un deciso incremento di turismo estivo; sono infatti numerosi i villeggianti della "Val granda", anche facilitati dalla recente costruzione di una strada sterrata che la collega con Piode, che abitualmente raggiungono Meggiana per aver modo di raccogliere i prelibati mirtilli che qui crescono particolarmente abbondanti. La notizia della costruzione della strada la diamo solo per dovere di cronaca, sostenendo a piè fermo che la salita all'Alpe Meggiana è bella se fatta a piedi. Ancor più interessante sarà salire a piedi nelle migliori stagioni per aver modo così di ammirare anche la ricca flora (genzianelle, garofani selvatici, arnica, erica e rododendri).
La vista che si gode dalla nostra attuale posizione, oltre al già citato Monte Rosa, si compone del Piccolo Bo, il Pizzo, il Monte Castello e la cima dell'Ometto
(Ndr: i link rimandano alla pagina in cui sono descritti i singoli itinerari per raggiungere le località citate), inoltre si domina il fondo valle con, chiaramente riconoscibili, Piode stessa e gli alpeggi di Campertogno, Pila e Scopello.
(Ndr: segue, nell'articolo originale, un brano sul bandito Pietro Bangher, già peraltro presente in altra pagina di questo sito).
Rapiti dalla vastità del panorama, ci sembra addirittura di poter distinguere, fra lo scampanio delle vacche, le note provenienti dal leggendario pianoforte del "Palasciu d'la Rusa".
Per concludere questa nostra gita turistico storica da Piode a Meggiana consigliamo di proseguire lungo la strada sterrata su cui ci troviamo alla volta del Rifugio di proprietà della Pro Loco Piode, che è in grado di offrire polenta e pollo ruspante, buon vino ed una interessantissimna scelta di grappe aromatizzate, delle quali la nostra preferenza è sicuramente quella alla "Saleggia" (o timo montano, qui particolarmente abbondante).
L'imbrunire segna la fine della giornata e pone termine anche alla nostra passeggiata: non ci rimane che riprendere lo zaino e ridiscendere a valle, paghi di aver effettuato questa escursione in una valle incredibilmente ricca di curiosità e leggende.


Piode negli anni '80