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Curiosità varie
La parrocchiale
""" La chiesa, che ha per titolare S. Stefano, è d'una sola nave discretamente capace (Ndr: la costruzione, così come si presenta ai giorni nostri, fu ultimata nel 1748, in sostituzione di una precedente chiesa). Piode fu costituita in parrocchia nel 1569, separandosi da quella di Scopello. Su la facciata si vede espressa la lapidazione del protomartire; affresco dell'Orgiazzi, pregevole per disegno e vivacità di colorito, del quale nell'interno, oltre nel catino, sonovi altri non meno pregevoli dipinti, rappresentanti la Natività di Gesù e la Presentazione al tempio. Due eleganti altari di marmo, le statue di S.Giuseppe e della Madonna del Rosario (Ndr: anche quest'ultima opera, "Caduta di Cristo sotto la Croce e Crofissione", è attribuita ad Antonio Orgiazzi il Vecchio, 1709-1788), capi-lavoro di scoltura, e una bellissima icona dietro l'altar maggiore ornano questa chiesa."""
(da: Girolamo Lana, "Guida ad una gita entro la Vallesesia", Tip. Merati, Novara, 1840)


Il retro della chiesa parrocchiale (foto di Piero Capocelli)


Alcuni cibi tipici


vai alla pagina con alcune ricette della cucina valsesiana
I "capunneit" (o "capunèit") sono una specie di agnolotti, composti di pan grattato, uova, formaggio, erbe aromatiche avvolti in una foglia di barbabietola e quindi cotti nel brodo.
(da: Federico Tonetti, "Guida illustrata della Valsesia e del Monte Rosa", Tip. Camaschella e Zanfa, Varallo, 1891)
Secondo quanto indicato in: http://www.valsesia.it/vinoegastronomia/secondi piatti.htm , si tratta di involtini di foglie di indivia o verza, ripieni di mortadella tritata, prezzemolo, aglio, cipolla e pane ammollato nel latte e quindi brasati in burro, poco brodo e vino bianco.

La "paniccia" non è che del riso cotto nel latte e condito con panna e formaggio dolce.
(da: Federico Tonetti, "Guida illustrata della Valsesia e del Monte Rosa", Tip. Camaschella e Zanfa, Varallo, 1891)


La paniccia in una festa popolare degli anni '70 (foto di Piero Capocelli)

I "baci di Piode" sono degli gnocchi di semolino, spinaci, prosciutto e tartufi, gratinati al forno e conditi con panna.

Le "miacce" sono delle cialde croccanti simili alle crèpes, ricavate da una pastella vellutata a base di latte, uova, farina bianca e gialla, panna e sale, e quindi cotte in appositi dischi di ferro incernierati (féru di mijaci); farcite infine con salumi o formaggi o frutti di bosco.


Cottura tradizionale delle "miacce"
(l'immagine è stata tratta dal sito web: http://www.valsesia.it/vinoegastronomia/lemiacce.htm)

Circa "l'origine" delle miacce, il Canonico Sottile scriveva nel 1817
(dal "Quadro della Vallesesia", ristampa anastatica, ed. Corradini, Borgosesia, 1979):

"""Si usa molto nella Valsesia di estendere leggiermente un intriso di farina sopra lastre sottili di ferro, cui sottoposto il fuoco s'indura in migliacci, e si mangia invece del pane.
Questo cibo è più economico che il pane, e non è ingrato quando viene fatto con farina di formento.
L'invenzione ha la sua origine nella più rimota antichità, poichè i primi uomini che ebbero farinba, fecero cuocere il pane sulle braggia, e poi sopra lastre di ferro."""


La "toma valsesiana" (o "tuma") è un formaggio tipico, con diverse varianti a seconda del tipo di lavorazione: quella grassa, colante, dal gusto pieno; quella magra dal sapore fresco di latte; la vecchia, più rara, quasi tarlosa, di grana saporosa.

Il "salàm d'la duja" è un salame di puro suino, macinato con il grasso di pancetta a grana media, condito e insaccato nel budello torto di manzo; quindi conservato nello strutto fuso e posto in recipienti di terracotta ("duja") o di pietra ollare ("olla"), che ne preservano a lungo la morbidezza e il sapore.

La "mocetta" (o "moucetta"): si tratta, nella versione più tradizionale e non più facile a trovarsi, di una parte della coscia di camoscio, seccata e messa a conservare come per il prosciutto; servita infine in fette sottili. In commercio ora si trovano per lo più mocette di magatello di vacca o di vitellone.


La Capanna Margherita sul Monte Rosa
La nuova Capanna Osservatorio Regina Margherita, (tel.: 0163.91039), posta a 4559 m. slm sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, e che ha sostituito quella eretta nello stesso luogo nel 1893, ha una struttura interamente in legno costruita nel 1980 dalla falegnameria Negra di Failungo di Piode e "provata", prima di essere rismontata e trasferita a mezzo di elicotteri nella sua definitiva collocazione, in un prato antistante la falegnameria stessa.


Il vecchio Rifugio Regina Margherita in una cartolina postale degli anni '20


La struttura lignea della nuova "Margherita" a Piode, nel 1980 (foto di Piero Capocelli)


La Parete Calva e la vicenda di Fra Dolcino



per la vicenda di fra Dolcino, vai alla pagina correlata

La casa detta "di fra Dolcino", a Quare di Campertogno
(in realtà si tratta di un edificio del XVI secolo, quindi di epoca ben posteriore a quella di fra Dolcino)

Pietro Bangher: un piccolo brigante ingigantito dalla tradizione popolare
per la vicenda di Pietro Bangher, vai alla pagina correlata

La chiesetta della Madonna delle Pietregrosse


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Il piccolo campanile della chiesetta delle Pietregrosse coperto di neve

E per chi volesse un ulteriore momento di relax....
... ecco alcuni brevi racconti "piodesi" tratti dal sito personale: http://gcmarchesi.web1000.com):

La passeggiata del ghiro
La betulla
Boletus edulis
Il brigante della valle