Tesina Maturità Enigma Tempo
Tesina Maturità Enigma Tempo

Heidegger - Il concetto di Tempo


Martin Heidegger, filosofo tedesco vissuto tra il 1889 e il 1976, entrò in rapporto con Husserl e insegnò alla scuola di Mandeburgo. Le opere più importanti sono: Essere e Tempo, Dell'essenza del fondamento, Che cosa è la metafisica.
I passi sono stati tratti da "Il Concetto di Tempo" di Martin Heidegger

Heidegger muove le sue prime riflessioni a proposito del tempo chiedendosi:
Come mai il tempo è così importante?
Risponde dicendo che l'interesse di sapere cosa sia il tempo è stato risvegliato oggigiorno dallo sviluppo della fisica:

È opportuno anzitutto un accenno preliminare al tempo che si incontra nella quotidianità, il tempo della natura e del mondo. L'interesse di sapere che cosa sia il tempo è stato risvegliato oggigiorno dallo sviluppo della fisica nella sua riflessione sui principi fondamentali del coglimento e della determinazione che vanno qui attuati, cioè i princìpi fondamentali della misurazione della natura entro un sistema di riferimento spazio-temporale. Lo stato attuale di questa ricera scientifica è fissato nella teoria della relatività di Einstein. Eccone alcune tesi: lo spazio in sé non è niente; non c'è uno spazio assoluto. Esso esiste soltanto mediante i corpi e le energie che contiene.

Estremizzando le tesi einsteniane giunge ad affermare che non esiste un tempo assoluto e nemmeno una sincronicità degli eventi, tuttavia riconosce l'invarianza delle equazioni che ne descrivono i processi. Il tempo viene quindi strettamente legato ad un sistema di riferimento: è ciò in cui si svolgono gli eventi:

Già Aristotele vide questo in connessione con il modo fondamentale d'essere dell' essere-natura, cioè del mutamento, della locomozione, del procedere. Non essendo esso stesso movimento, il tempo deve necessariamente avere in qualche modo a che fare con il movimento. Lo si trova anzitutto in ciò che è mutevole; il mutamento è nel tempo.

Il tempo per il fisico è il tempo di un orologio, è uno svolgersi in cui gli stadi stanno in rapporto come un prima rispetto ad un poi. In quanto il tempo è costituito da stadi omogenei, è misurabile: ogni prima e poi è determinabile partendo da un "ora". L'orologio ci mostra la durata nel tempo di un evento tuttavia l'"ora" è indipendente dagli orologi in quanto anche la coscienza dell'uomo ne fa esperienza: "Ora è mattina, Ora è notte".
Si domanda allora se il tempo, l'"ora" non sia all'interno della coscienza:

Io dispongo forse dell'essere del tempo e con l'"ora" intendo, oltre al tempo, anche me stesso? Sono io stesso l' "ora" e il mio esserci è il tempo? Oppure, in fondo, è il tempo stesso che si procura in noi l'orologio? Nel libro XI delle sue Confessioni Agostino ha spinto il problema fino al punto di domandarsi se l'animo stesso sia il tempo.

La domanda sul tempo ha quindi portato all'esserci (ente che noi conosciamo come vita umana nel suo essere) e alla decisione anticipatrice della morte (ciò che determina il passaggio all'autenticità). La decisione anticipatrici rivelando l'esistenza come pura possibilitòà, come progetto, le apre il futuro, e, d'altra parte, poichè le possibilità sono riconosciute come sempre date, la investe del suo passato. Se dunque è grazie alla decisione anticipatrice si perviene alla possibilità di realizzare l'esistenza come un tutto unitario, è però la temporalità ciò che fonda questa possibilità, è la temporalità cioè che spiega il senso unitario delle strutture della cura.
Per Heidegger la temporalità non è fondata dall'esistenza, ma piuttosto è da essa soltanto manifestata: il tempo è scoperto come ciò che rende possibile sia la decisione sia il modo inautentico di esistere, il tempo è senso dell'esserci.

Riassumendo si può dire: il tempo è l'esserci. L'esserci è il mio essere di volta in volta, e quest'ultimo può essere tale in ciò che è futuro, nel precorrere che va al non più, certo ma indeterminato. L'esserci è sempre in una modalità del suo possibile essere temporale. L'esserci è il tempo, il tempo è temporale.
L'esserci non è il tempo, ma la temporalità. L'asserzione fondamentale "il tempo è temporale" è pertanto la determinazione più propria, perché l'essere della temporalità significa una realtà diversa. L'esserci è il suo non più, è la sua possibilità nel precorrere che va a questo non più. In tale precorrere io sono il tempo in senso autentico, io ho il tempo. In quanto il tempo è ogni volta mio, ci sono molti tempi.
[...]Se dunque il tempo viene compreso come esserci, si chiarisce allora a maggior ragione che cosa voglia dire la tradizionale asserzione sul tempo che afferma: il tempo è il vero principium individuationis. Si intende per lo più il tempo come successione irreversibile, come tempo presente e tempo della natura.


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2002 Luca Colombo