Segni di distinzione

 

Quale potrebbe essere un segno di distinzione? Oppure: cosa rende una persona indiscutibilmente diversa dalle altre? A mente fredda, viene da rispondere: i soldi. Poi una bella casa, una bella casa... Queste sono risposte a mio avviso comuni, naturali. A rifletterci meglio, forse un segno di distinzione potrebbe essere l'intelligenza, un'abilità particolare, la forza fisica.

C'è una cosa che accomuna però tutti gli uomini, e nessuna persona con questi segni di distinzione è distinta dalle altre persone. E' una parola fastidiosa, ormai arcaica, additata quasi come attentato alla tranquillità delle persone: il peccato. Le Scritture sono lapidarie quando parlano di peccato, chiare, perché come disse Mark Twain "le cose che fanno paura delle Bibbia sono quelle troppo chiare, non quelle oscure". Ecco una di queste frasi troppo chiare, la si legge in Romani 5: 22,23

...infatti non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio...

Non c'è distinzione, gli uomini sono tutti uguali ed a causa del peccato sono privi della gloria di Dio. Queste parole potrebbero mettere una persona contro un muro; le conseguenze di una vita senza Dio sono, in tutta onestà davanti agli occhi di tutti, anche senza aprire una finestra sul mondo, ed apparentemente non c'è scampo a questa situazione. Ma dato che le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio, Dio ha permesso la redenzione dell'uomo facendo spargere il sangue di Gesù Cristo: ecco come continua il passo nei versetti 23 e 24:

...ma [tutti] sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato...

Udite udite: la giustificazione è gratuita. Non bisogna fare niente per meritarla, basta pentirsi e chiedere al Padre che ci dia la certezza del suo perdono. In altre parole, i peccati non possono essere compensati dalle opere buone che facciamo, altrimenti Gesù sarebbe morto invano. Su questo avrei molto altro da dire, ma non perdiamo di vista che stiamo parlando di distinzione.

Torniamo indietro al fatto che gli uomini sono tutti uguali per quel che riguarda il peccato, e torniamo indietro anche nelle Scritture, fino ad arrivare all'espressione filosofica dell'Antico Testamento, il libro dell'Ecclesiaste:

Il saggio ha gli occhi in testa, mentre lo stolto cammina nelle tenebre; ma ho riconosciuto pure che tutti e due hanno la medesima sorte. Perciò ho detto in cuor mio: «La sorte che tocca allo stolto toccherà anche a me; perché dunque essere stato così saggio?» E ho detto in cuor mio che anche questo è vanità. (Ec 2:14, 15) [...] Tutto succede ugualmente a tutti; la medesima sorte attende il giusto e l'empio, il buono e puro e l'impuro, chi offre sacrifici e chi non li offre; tanto è il buono quanto il peccatore, tanto è colui che giura quanto chi teme di giurare.3 Questo è un male fra tutto quello che si fa sotto il sole: che tutti abbiano una medesima sorte; così il cuore dei figli degli uomini è pieno di malvagità e hanno la follia nel cuore mentre vivono; poi se ne vanno ai morti. (Ec 9:2,3) [...] Infatti, la sorte dei figli degli uomini è la sorte delle bestie; agli uni e alle altre tocca la stessa sorte; come muore l'uno, così muore l'altra; hanno tutti un medesimo soffio, e l'uomo non ha superiorità di sorta sulla bestia; poiché tutto è vanità. (Ec 3:19)

Addirittura si arriva a dire che non solo la sorte degli uomini è la stessa, ma anche che uomini ed animali hanno la stessa sorte. Anche io, come potete leggere nella pagina delle info provavo qualcosa del genere: non sapevo a che servisse vivere, se non a raggiungere obiettivi alla fine ripetitivi e divertirsi. Ma grazie a Dio che ho potuto gustare il senso della vita ed avere un segno di distinzione, così come predetto dal profeta Malachia, pochissime pagine prima del Nuovo Testamento (cap. 3, versi da 13 a 18):

«Voi usate parole dure contro di me», dice il SIGNORE. «Eppure voi dite: "Che abbiamo detto contro di te?" Voi avete detto: "È inutile servire Dio"; e, "che vantaggio c'è a osservare i suoi precetti, e a vestirsi a lutto davanti al SIGNORE degli eserciti? Ora, noi proclamiamo beati i superbi; sì, quelli che agiscono malvagiamente prosperano; sì, tentano Dio e restano impuniti!"» Allora quelli che hanno timore del SIGNORE si sono parlati l'un l'altro; il SIGNORE è stato attento e ha ascoltato; un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono il SIGNORE e rispettano il suo nome. «Essi saranno, nel giorno che io preparo, saranno la mia proprietà particolare», dice il SIGNORE degli eserciti; «io li risparmierò, come uno risparmia il figlio che lo serve. Voi vedrete di nuovo la differenza che c'è fra il giusto e l'empio, fra colui che serve Dio
e colui che non lo serve.

La differenza, il segno di distinzione che solo Dio può dare, è il dono dello Spirito Santo, un dono che era incompatibile con il peccato, ma a questo si è posto rimedio con la giustificazione per fede, Dio che ci grazia dei nostri peccati! Ecco Romani 5: 1-5:

Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, mediante il quale abbiamo anche avuto, per la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. Or la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.

Lo Spirito Santo convince di peccato, fa rinascere l'uomo d'acqua e di Spirito, e poi tocca alla potenza dello Spirito Santo scendere sull'uomo affinché l'uomo possa ricevere i doni dello Spirito Santo! Tenendo ferme queste cose, bisogna aggiungere la pace, la liberazione dall'ansia e la certezza di una vita eterna, cose che dovrebbero distinguere i credenti dagli altri... Ma a che punto siamo?

 

 

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