Joni

"Preferisco stare su questa sedia conoscendo Dio, che sulle mie gambe senza di Lui"

La storia di Joni Eareckson è abbastanza famosa fra i credenti evangelici, i quali posseggono o hanno avuto tra le mani il libro omonimo; per quelli che la storia non la conoscono, segue il doveroso riassunto.

Il film, dopo averci mostrato Joni che cavalca felice in sterminate praterie (è stata un amazzone olimpionica), inizia la sua narrazione nell'estate del 1967, su una spiaggia. Alcuni prendono il sole spensierati. Joni invece si tuffa da un pontile. E non riemerge. Alcune persone si accingono a soccorrerla, nell'attesa dell'ambulanza. All'ospedale, il responso è devastante per la famiglia Eareckson: nella migliore delle ipotesi, la loro figlia subirà una paralisi delle gambe e muoverà a malapena le braccia, diventando completamente autoinsufficiente. Nella peggiore delle ipotesi, la morte.

Joni sopravvive, ma ora deve affrontare una battaglia psicologica pesantissima; come un comune essere umano davanti alla tragedia, si rivolge a Dio. Gesù soffriva sulla croce, ma era consolato dal sapere che quella sofferenza avrebbe dato la redenzione completa ed imperitura alla sua amata Chiesa. Joni invece non sapeva che Dio in quel modo stava lavorando il suo cuore, per renderla umile ma potente nel compimento della Sua volontà. Non poteva più accettare l'esistenza di un Dio benevolo che aveva a cuore le persone.

Dopo un periodo di fisioterapia con infermieri non sempre amorevoli, Joni si rende conto di non avere più modo neanche di dipingere, un'arte nella quale aveva dimostrato una certa abilità. Si adatta però a farlo con la bocca, con risultati via via sempre più soddisfacenti, fin quando non vince un premio battendo pittori "normali" e le sue amiche non organizzano una mostra che farà fruttare una certa cifra.

La ragazza vende la sua amata cavalla non appena ritorna a casa, e cerca di portare avanti una vita decente. Caso vuole che a casa Eareckson si insedi un giovane credente, che aiuta il padre di Joni nei lavori di casa e legge la Bibbia anche sul tetto. Si può immaginare che a Joni, visto il modo in cui aveva troncato i rapporti col suo creatore, non andasse tanto a genio questa presenza. Ma a questo punto abbiamo l'inversione di tendenza: Joni inizia a comprendere i piani di Dio. Ci sono comunque anche altre difficoltà: i rapporti con l'altro sesso. Nel film abbiamo l'alternarsi di vari ragazzi attorno a Joni, ma lei sa che non deve farsi illusioni (non lo si vede,  ma poi si sposerà).

Al momento della già citata mostra, Joni si è ormai riavvicinata alla fede, e diventa testimone della grazia e dell'amore del Signore. La sua evangelizzazione raggiunge mano a mano folle sempre più grandi, offrendo la speranza ai suoi compagni di sventura e dando motivo di riflessione e commozione per tutti.

Che giudizio dare al film? Innanzitutto poniamo l'attenzione sul fatto che è la stessa Joni ad interpretare il suo ruolo, in maniera brillante, lodevole e coraggiosa. Del resto, personalmente mi aspettavo di vedere un drammone sentimentale senza capo né coda. Invece, all'inizio ci si trova di fronte ad un'opera spezzettata, difficile da seguire, che mette ben in rilievo gli alti e bassi di Joni. Serve attenzione, insomma. Ma poi il film decolla nel finale, in un modo tanto coinvolgente quanto imprevedibile. Ho apprezzato le intenzioni del regista di non cadere nei luoghi comuni, e poi il finale fa dimenticare ogni pecca stilistica. Un film da vedere, già doppiato in varie lingue.

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