Macerata Feltria racconta una domenica di novembre

 

 

Molti lettori avranno già capito a cosa mi riferisco, e spero che rimangano contenti di quello che stanno per leggere, così come spero che gli assenti, leggendo questa cronaca, si pentano di non essere stati presenti. Dato che le belle notizie vanno dette subito, non mi dilungo in altre presentazioni e passo a raccontarvi la cronaca di una bella giornata. Di solito i fratelli si riuniscono in una ex-aula, ma per l’occasione ricevono il permesso dal comune di usufruire dell’aula magna, completamente rinnovata ed adibita alle riunioni cosiddette “importanti” (un fatto testimoniato dal sottofondo tecnologico: webcam, videoproiettore, televisore, computer ma soprattutto dalle bandiere, quella tricolore e quella a dodici stelle). La riunione del giorno era però presieduta dal Re dei Re, ed aveva i suoi ambasciatori come partecipanti, e se si tenesse conto di questo, la stanza non era degna…

 

 

Tutto era pronto per il culto di santa cena, comprese le classiche defezioni e sorprese dell’ultim’ora. Oltre ai fratelli del luogo, si sono registrate rappresentanze da Forlì, Rimini (sia via Portogallo sia Jano Planco), Città di Castello (PG). I fratelli che di solito curano questa missione hanno lasciato il posto al fratello Domenico di Pietro, e al pastore della suddetta comunità umbra Elio Polidori. Alla fine del culto, nei quali sia i fratelli in testimonianza che in predica hanno messo innanzi a tutto la parola di Dio e la lode di un anima in comunione col suo Signore, grande era la commozione fra i presenti, subito accompagnata dall’attesa per il pranzo: a seguire, infatti, ci sarebbe stata un’agape, giusto il tempo di cambiare stanza e di apparecchiare per cibi e vivande; una rassegna che metteva a confronto arti culinarie di tre regioni italiane (o meglio delle sorelle di tre regioni italiane). L’altra metà del cielo ha reso servizio come cameriere.

 

 

In un clima di allegra confusione, tutti si sono impegnati ad assaggiare le pietanze extraregionali, oltre che la propria, così che il confronto si è terminato in una prevedibile parità. Alla fine, tutti si sono mobilitati per lasciare solo una dimostrazione di educazione a chi sarebbe tornato in quella stanza, ma la comunione fraterna è andata avanti ad oltranza. La giornata è terminata con l’amore fraterno vincitore, l’animo di tutti consapevole della maestà di Dio e la voglia di ritrovarsi per queste occasioni al più presto, certi che in ogni caso un giorno “tutti ci ritroveremo nel cielo”, così come dicono le parole del canto che hanno chiuso il culto.

 

 

 

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