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Le educatrici, la cuoca e il giardiniere

di Teresa Sciortino

educatrice asilo-nido di Palermo

Sono un'educatrice degli asili-nido di Palermo e vorrei parlarvi della mia esperienza. Lavoro nei nidi da sei anni: sono stati sei anni di grande cambiamento, durante i quali abbiamo molto lavorato, noi e la nostra Amministrazione Comunale, da cui i nidi dipendono, per modificare le nostre strutture e le nostre relazioni.
Nella nostra città, i primi nidi sono stati aperti nel 1989, in grande ritardo rispetto ad altre realtà del centro nord e fino al 1994 sono stati concepiti come servizi assistenziali, nei quali "posteggiare" i bambini e le bambine, senza porsi il problema del loro benessere e della loro crescita psicofisica. In poco tempo, siamo state coinvolte in un processo di cambiamento di mentalità che ha rivoluzionato il nostro lavoro rendendolo nello stesso tempo più piacevole e gratificante. Pensate che, prima dell'Amministrazione Orlando, venivamo chiamate assistenti, e già questa parola dice tutto. Si trattava solo di assistere i bambini e le bambine, vigilare che non si facessero male, dar loro il cibo e cambiarli se si sporcavano. Quindi ognuna seguiva il suo gruppo di bambini, il personale ausiliario si occupava delle pulizie e tutto procedeva in maniera monotona e stancante.
Noi stesse, però, ci siamo rese conto che non si poteva continuare in questo modo ed il nostro desiderio di cambiamento si è incontrato con le idee e la politica dell'Amministrazione Comunale, che si era insediata alla fine del 1993: abbiamo iniziato un percorso di riqualificazione e di riflessione sul senso profondo del nostro lavoro con i bambini e le bambine, promuovendo e partecipando a corsi di aggiornamento e soprattutto dando vita ad un gemellaggio con la città di Pistoia che ci ha dato la possibilità di crescere notevolmente.
Infatti, siamo cresciute professionalmente entrando in contatto con una realtà di servizi all'infanzia più avanzata della nostra, andando a Pistoia a conoscere il lavoro delle nostre colleghe e costruendo con loro relazioni non solo professionali ma anche di amicizia.
La motivazione e la spinta di noi educatrici e la condivisione di un'idea diversa del servizio da parte della nostra Amministrazione ci hanno portate al cambiamento.
Ci siamo rese conto dell'importanza di alcuni punti chiave nella vita del nido, in particolare del fatto che, alla base di un buon lavoro, sta la forza trainante di un collettivo unito. Il collettivo degli asili nido di Palermo, oggi, è costituito sia da noi educatrici sia dal personale ausiliario. Abbiamo scoperto, infatti, che il coinvolgimento del personale ausiliario nella vita e nelle attività che si svolgono al nido è di straordinaria importanza: ognuno ed ognuna di loro riveste, infatti, nei confronti dei bambini e delle bambini il ruolo di figura adulta di riferimento. Dunque, è molto importante che, nel momento in cui prepariamo un lavoro, lo facciamo insieme agli ausiliari ed alle ausiliarie, che partecipano alle nostre discussioni e condividono le scelte educative comuni.
I nostri progetti non si potrebbero realizzare senza la loro partecipazione.
Per esempio, nel percorso "Pasticciamo in cucina", la figura della cuoca è fondamentale perché ci consente di entrare nel suo regno: con i bambini e le bambine, entriamo in cucina a chiederle cosa serve per fare la pizza o i biscotti e lei viene con noi e ci spiega quali ingredienti occorrano per fare questo o quell'altro impasto, ci passa le sue ricette, ci svela i suoi segreti e ci aiuta a cucinarli.
Per le esperienze in giardino, fondamentale è la presenza dell'ausiliario, che ci spiega come si piantano i semini, ci segue quando controlliamo la crescita delle piantine, ci guida nelle scoperte che si possono fare a contatto con la natura.
Questo per spiegare quanto siano importanti gli ausiliari e le ausiliarie per i nostri collettivi.
Il collettivo programma le attività all'inizio dell'anno e le verifica e le rivede tutte le settimane, servendosi di strumenti come l'osservazione degli spazi, che sono bene organizzati e possono essere modificati a seconda degli obiettivi che ci prefiggiamo e ai percorsi che intendiamo proporre, e dando molta importanza alle relazioni tra adulti (quelle tra noi e tra noi e i genitori), a quelle tra noi e i bambini e le bambine, e a quelle fra loro.
La programmazione viene pensata solo dopo aver conosciuto i bambini e le bambine e dopo i colloqui con mamme e papà.
Il primo colloquio coi genitori lo facciamo senza la presenza dei figli o delle figlie, e non dura un tempo prestabilito. Utilizziamo una traccia, che abbiamo elaborato nel collettivo, ma non rigidamente, piuttosto lasciando i genitori liberi di parlare del bambino o della bambina. Mi è capitato personalmente di parlare con una mamma in lacrime perché aveva dei timori riguardo a sua figlia di due anni, che era cresciuta con i nonni e non era mai stata a contatto con altri bambini, cosa che riempiva la madre di sensi di colpa. Per noi il primo colloquio, che è solo l'inizio di una relazione che va oltre l'accompagnare e il venire a prendere il bambino o la bambina a scuola, vuol essere un momento importante, il momento in cui noi conosciamo i genitori e abbiamo le prime informazioni sui bambini, in cui, soprattutto, i genitori conoscono noi e scoprono a chi stanno per affidare i loro piccoli o le loro piccole e come lavoriamo al nido.
Terminati tutti i colloqui, iniziamo l'inserimento dei bambini e delle bambine, che parte in maniera graduale, cercando di seguire i loro tempi. Durante questa fase, cerchiamo di seguire molto attentamente sia i piccoli e le piccole sia i genitori, in modo da comprendere quanto più possibile le modalità della loro relazione per cercare di creare intorno ad ogni bambino e a ogni bambina situazioni familiari.
Alla fine di tutti gli inserimenti, siamo in condizione di riunirci, discutere, tirare le prime somme rispetto alla realtà di ogni bambino e ogni bambina, sulle loro caratteristiche o problemi, e di scegliere il progetto da organizzare per l'anno che staranno con noi. I progetti cambiano quindi da anno in anno e si differenziano l'uno dall'altro in base alle finalità che si intendono raggiungere e, soprattutto, in base ai bambini e alle bambine che abbiamo al nido.
Durante l'anno, ogni educatrice svolge il lavoro con un piccolo gruppo, tenendo conto delle linee generali e progettuali stabilite dal collettivo, ma, naturalmente, seguendo le proprie personale inclinazioni e quelle dei bambini e delle bambine del proprio gruppo.

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