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5. L'impresa a scuola: l'IFTS

Un esempio di quanto sia già cambiata in direzione "aziendalistica" la vita nelle nostre scuole con le riforme in atto è costituito, a mio parere, dagli IFTS: un altro acronimo della P.I. che sta per Istruzione Formazione Tecnica Superiore.
Caratteristica fondamentale del POF (art. 3, comma 2, del Reg.) è di riflettere "le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale". E' il dirigente scolastico ad attivare (art. 3, comma 4) " i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali, culturali, sociale ed economiche operanti sul territorio". Inoltre, nell'ambito dell' "ampliamento dell'offerta formativa", garantito dall'articolo 9 (comma 3) del Regolamento dell'Autonomia, si prevede la possibilità per le scuole di "promuovere e aderire a convenzioni o accordi stipulati a livello nazionale, regionale o locale, anche per la realizzazione di specifici progetti" .
Insomma siamo qui di fronte ad una serie di orme che hanno il preciso compito di "aprire" la scuola al territorio, nel duplice senso di coglierne le istanze e di rispondere ai bisogni emergenti.
E' a partire da queste norme che avviene nella scuola italiana una importante rottura rispetto al passato. Si spezzano qui il (cosiddetto) isolamento della scuola, la sua separatezza dal sociale, quella autoreferenzialità considerata da molti come un grave limite alla vitalità dell'istituzione e da altri come una ricchezza.
Si portano a scuola percorsi integrati, specifici progetti, l'educazione degli adulti, le materie facoltative. Si chiamano ad educare gli enti locali, le strutture produttive del territorio, le imprese, enti anche privati, altre scuole, l'università. Si pensa che la scuola di per sé non basti all'impresa educativa. Dopo avere spezzato per legge il circuito virtuoso scuola-università (abolizione delle libere docenze, mancato affidamento dell'aggiornamento degli insegnanti all'università, ecc.), si è ricostituito oggi un altro circuito prevalentemente poggiato sulle strutture produttive del territorio e sul potere (politico) degli enti locali.
La legittimità della disposizione di Storace sulla commissione regionale della Regione Lazio vigilerà sulla correttezza politica dei libri di testo di storia nasce anche da qui. E' questa l'autonomia?
In questa logica di appiattimento della scuola su istanze e modalità aziendali sono modellati gli IFTS (25). Secondo la legge istitutiva si dice che "alla progettazione dei corsi dell'IFTS concorrono università, scuole medie superiori, enti pubblici di ricerca, centri e agenzie di formazione professionale imprese o loro associazioni" (26). Lo scopo?
Lo scopo è "formare figure professionali a livello post-secondario, per rispondere alla domanda proveniente dal mondo del lavoro pubblico e privato" (27).
I progetti IFTS approvati nella nostra regione sono stati 25, per una media di 25 studenti a corso. I corsi IFTS sono in atto in molte delle nostre scuole superiori, rivolti a giovani diplomati e non. Sono finanziati congiuntamente dal Ministero della Pubblica Istruzione (L. 440/97) e dalla Regione Toscana mediante ricorso al fondo sociale europeo.
Per l'anno in corso, il 2001, la regione Toscana ha reso disponibili per l'IFTS, destinati a tutte le sue province 5 miliardi e 567.893000 milioni (28).
Naturalmente la normativa degli IFTS è ricchissima di indicazioni "didattiche". I percorsi sono "progettati e organizzati in modo da rispondere a criteri di flessibilità e modularità, e da consentire percorsi formativi personalizzati per giovani e adulti, con il riconoscimento dei crediti formativi acquisiti" (29).
E' un linguaggio che abbiamo imparato a conoscere, qui per così dire nella sua forma "pura" di asservimento al mercato.
Ancora all'art. 4 del Regolamento dell'IFTS sugli "standard di percorso" si ribadisce che "i curricoli fanno riferimento a competenze di base, trasversali… e tecnico-professionali" (30). E si precisa che i curricoli "sono strutturati in moduli e unità capitalizzabili intese come… insieme di competenze, autonomamente significativo,… riconoscibile dal mondo del lavoro come componente di …specifiche professionalità ed identificabile quale risultato atteso… dal percorso formativo" (31).
L'impianto didattico per regolare corsi di preparazione al lavoro non si differenzia purtroppo significativamente, né nel linguaggio né nelle proposte dalla letteratura ministeriale della riforma della scuola.
"Standard di competenze", "competenze di base, trasversali, tecnico-professionali", "unità capitalizzabili", "informatica e inglese" (pre campagna elettorale di Berlusconi, indicati come "nuovi alfabeti" (32), "crediti" formativi (i debiti nell'IFTS sono aboliti: il successo formativo è garantito a tutti finalmente).
E ancora : "Scansione modulare del percorso, al fine di consentire una verifica in itinere degli apprendimenti e la certificazione intermedia delle competenze acquisite; l'individualizzazione del percorsi, con la possibilità di entrate ed eventuali uscite in itinere" (33).
Ciò che appare preoccupante nell'omologazione pedagogica fra Pubblica Istruzione e leggi del mercato è che non si tratta quanto ci riserva il futuro. E' il nostro presente, già in corso. L'invadenza non si limita all'uso delle strutture pubbliche, all'uso di fondi pubblici e di personale pubblico (il 50% per cento degli insegnanti dell'IFTS viene dalla scuola ospitante), ma si estende alla determinazione vera e propria dell'identità della scuola.
Con gli IFTS si tocca assai da vicino la mutata identità della scuola, a causa di questa invadenza.
Se è vero che la scuola è una comunità educante e che i messaggi educativi risiedono anche nelle strutture, nei comportamenti, negli stili di vita, nei sistemi di valori implicitamente trasmessi, gli IFTS, gestiti dal mercato, sua espressione e ad esso finalizzati, esercitano non solo una indubbia valenza retroattiva sulla didattica del mattino, nelle direzioni della certificabilità, della modularità e delle "unità capitalizzabili" (di sapere spezzatino), ma convogliano l'idea che i valori importanti della vita siano fuori dalla scuola e dalle sue faticose proposte culturali.
L'apertura del sistema-scuola al mercato -l'IFTS, ma non solo- manda ai nostri studenti un messaggio fortemente contraddittorio: devono studiare perché noi glielo chiediamo, ma nello stesso tempo, sempre noi, i loro insegnanti, gli mostriamo (IFTS, scuola-lavoro, stages, tirocinii, continue interruzioni del tempo-scuola) che il mondo del lavoro conta di più. L'asservimento al mercato ha travalicato nella nostra scuola riformata ogni aspettativa. Anzi è questa la vera natura della riforma.
E' qui che possiamo misurare davvero l'egemonia dell'impresa e del "pensiero unico" del neoliberismo dominante: sul piano del deperimento della cultura come valore in sé. Si è estesa proprio sul piano del fare scuola questa potente ideologia "filomercato", una ideologia per cui tutto ciò che ha a che vedere con il lavoro e il mercato e le sue leggi è bello, moderno e utile da imparare, anche nella didattica.
Ciò che resta fuori da questo salvifico raggio è presentato come opaco, vecchio, in disuso. Opacizzata la cultura che non serve immediatamente per fini pratici, ridotti gli alfabeti all'inglese e all'informatica, in ogni caso esaltata la portata strumentale dei saperi, come si fa a chiedere alla scuola una funzione civilizzatrice?


NOTE

(25) L'IFTS è solo uno dei settori della FIS (Formazione Tecnico-professionale Superiore Integrata). La FIS è " sistema policentrico che prevede la riorganizzazione e l'innovazione nei settori dell'istruzione e della formazione destinati a giovani ed adulti in possesso di un diploma di scuola media superiore. L'obiettivo è quello di formare fasce intermedie di "lavoratori della conoscenza" -tecnici,quadri, professionisti ed operatori qualificati- rapidamente inseribili nel mondo del lavoro. La previsione e progettazione della FIS trova origine nel Patto per il lavoro del 1996.

(26) La legge istitutiva dell'IFTS è la Legge 17 maggio 1999, n.144, in particolare l'art. 69 (Istruzione e formazione tecnica superiore).

(27) Ministro della Pubblica Istruzione, Ministro del Lavoro, Ministro dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica, Decreto di Attuazione dell'art. 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144, Regolamento concernente l'Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore, art. 1, comma 1.

(28) Regione Toscana, art.10 Risorse Finanziarie disponibili, Bando IFTS 2000-20001, (s.d.), p. 8.

(29) Art. 2 (caratteristiche dei percorsi) del Regolamento IFTS, op.cit.

(30) Art. 4, comma 2c del Regolamento IFTS, op. cit.

(31) Art. 4, comma 2d del Regolamento IFTS, op. cit.

(32) Le espressioni citate sono tratte dall'articolo 5: Regione Toscana, Bando IFTS, op.cit., pp. 14,15.

(33) Regione Toscana, Bando IFTS, op. cit., art. 3, punto b, p. 13.

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