3. L'ARCHITETTURA

 

 

Agli inizi degli anni '80, avevamo tre diverse ditte a contedersi il mercato dei micro: Intel, Motorola e Zilog (che faceva capo all'italiano Federico Faggin). La serie 80xx dell'Intel si è evoluta fino ai giorni nostri, con il vantaggio del patrimonio software Microsoft. Lo Zilog 80 fu utilizzato nelle macchine da bar e nel Commodore. La Motorola dal canto suo aveva il monopolio delle workstation (tipo Apollo), ma i suoi processori furono utilizzati anche nel Macintosh e nell'Amiga, appunto. Ecco le caratteristiche fondamentali di questa serie:

-Instruction set: CISC

-Registri indirizzi: 32 bit (ma il bus di trasferimento inizialmente e' a 16 bit!)

-Clock range: 7 Mhz - 60 Mhz

-16 Mega (diventeranno 4 giga) di RAM indirizzabile non segmentata (al contrario i processori Intel agiscono sempre su blocchi di 64 k)

PowerPC invece è un processore RISC, sviluppato agli inizi degli anni '90 da un consorzio formato da IBM, Apple e Motorola (insomma qualcosa di diverso dai tre dottori dell'Amiga...) con l'implicito scopo di attaccare Intel sul suo campo: gli home computer. Sono stati utilizzati sul Mac, ovviamente, e sulle schede acceleratrici dell'Amiga, ma non hanno sfondato come era intenzione dei fautori di questo progetto.

 

Ma veniamo al sodo: la particolarità dell'Amiga consiste nell'essere un sistema a coprocessori, che alleggerivano di fatto il compito del 680x0: ecco spiegati i tanti colori ed il suono stereo (non avrei però voluto essere nei panni dei programmatori)! Il chipset OCS dell'Amiga 500 era composto da:

-Agnus (gestione indirizzi, nell'ECS diventa Fat Agnus con l'aggiunta di Copper e Blitter, per sprites e grafica pesante)

-Denise, che si occupava del video

-Paula, per il suono stereo e l'input/output

Senza questi elementi, l'Amiga sarebbe un computer come gli altri. Il periodo di massima popolarità dell'Amiga è dovuto all'innovativo AGA (Advanced Graphic Architecture), che in un certo modo fa uscire Amiga dalla connotazione prevalentemente videoludica alla quale era stato relegato facendolo diventare anche "computer per applicazioni grafiche": editing video e fotografia. I chip custom che compongono l'AGA sono:

-Alice, che prende il posto di Agnus

-Lisa, che prende il posto di Denise

-Paula, per il suono e I/O

-Gary

 Gli Amiga con questo chipset sono il 1200 per gli usi domestici ed il 4000 per quelli professionali. Al momento del fallimento Commodore, si stava lavorando a nuovissimi chip custom, secondo alcune voci pronti al 95%. Ma non abbiamo avuto modo di vederli, e l'Amiga è piombato nel limbo.

L'Amiga ha due tipi di RAM: "Chip RAM" e "Fast RAM". La prima può essere utilizzata direttamente da Agnus, Denise e Paula senza interpellare il processore: è comprensibile che sia una memoria grafica; è stato un collo di bottiglia in assenza della Fast, perché doveva servire più padroni: CPU, Denise, Agnus... La seconda (che non c'era nei primi modelli) come si può intendere dal nome è più veloce, è prioritaria per caricare i programmi, come in un computer normale. Non esiste la limitazione dei 640k di memoria convenzionale, che Windows aggira con la memoria estesa ed espansa, con una certa perdita di tempo.

L'Amiga ha delle uscite compatibili con gli standard televisivi, tipico delle macchine da gioco, ma utili per le presentazioni in pubblico. Può montare diversi floppy drive (i quali riconoscono automaticamente il cambio del floppy e lo identificano), ha degli input distinti per mouse e joystick. Supporta i bus IDE e SCSI (al momento non l'USB). Tutto a questo oltre al già accennato vantaggio di avere coprocessori con compiti specifici, fra cui quello per l'audio nativo. 

La prossima pagina è dedicate al SO ed al multitasking, presente fin dal primo Amiga.

       

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