A proposito delle dichiarazioni del Ministro della P.I.
Berlinguer rilasciate su "Il Messaggero" del 20/02/2000
  1.  Il Ministro insiste nel voler "premiare i migliori, chi lavora di più e con più passione".
    A lui e all'opinione pubblica ricordiamo che solo il lavoro collegiale dei docenti ha fatto funzionare la scuola fino ad ora. I docenti sono stati impegnati, soprattutto in questi ultimi anni (a L.19000 lorde al-l'ora) nelle più svariate attività strettamente funzionali a quelle curricolari. Tra le quali: formazione delle classi prime, progetti contro la dispersione scolastica e per l'orientamento; iniziative culturali (concerti, teatro, mostre, conferenze/dibattiti); educazione alla multicultura1ità, educazione alla salute (integrazione dell'handicap, prevenzione AIDS); gestione, biblioteca-videoteca, cura dei laboratori e delle attrezzature; accoglienza di studenti e genitori; corsi per la sicurezza nella scuola; corsi  di recupe-ro; organizzazione di sperimentazioni didattiche e di "progetti speciali"; programmazione comune inter o multidisciplinare; aggiornamento sul nuovo esame di stato. L'arricchimento dell'offerta formativa (POF) è quindi frutto solo della collaborazione tra i docenti. Nes-suno si scandalizza se "chi fa di più prende di più". E' scandaloso che i docenti abbiano una maggiora-zione salariale per lo stesso lavoro svolto in classe. Verrebbe obiettivamente spazzato via d'un sol colpo il sistema delle relazioni culturali organizzato collegialmente.
  2. Il Ministro ribadisce: "la scuola si va dequalificando, bisogna premiare i migliori".
  3. Rispondiamo che i docenti sono in possesso di abilitazione all'insegnamento conseguita attraverso con-corsi di stato e che fino allo scorso anno erano necessarie 100 ore obbligatorie di aggiornamento per lo scatto di stipendio ("passaggio di gradone"). Aggiornamento extra-curricolare in gran parte gratuito o a spese del docente. Dovremmo dire allora: siamo tutti aggiornati! Ma qual è il modo migliore per ag-giornarsi?. Riteniamo che l'aggiornamento culturale debba passare attraverso il libero accesso alle isti-tuzioni culturali, seminari, biblioteche e laboratori dell'università; soggiorni all'estero, e attraverso un salario dignitoso per coltivare l' autoaggiornamento.
  4. "Bisogna che i docenti si rassegnino ad essere valutati"; "stiamo formando dei valutatori a questoscopo.  Stupisce la mancanza assoluta di argomentazioni ma, si sa, non sono queste che fanno colpo sull'opi-nione pubblica. Uno slogan funziona meglio. Il Ministro vuole dare ad intendere che l'attività in classe si svolge nell'arbitrarietà assoluta e che debba quindi essere controllata. Ma il docente non è "il padro-ne" degli alunni; è sottoposto a controlli e richieste da parte di genitori e studenti nei consigli di classe (esistono ancora le strutture collegiali previste dai D.D.), di interclasse, di Circolo, d'Istituto. Deve ri-spondere pubblicamente e giustificare l'utilizzo di determinate metodologie nel rispetto della libertà di insegnamento. Le linee programmatiche generali, elaborate dal Collegio dei Docenti, confluiscono poi nel "Piano dell'Offerta Formativa". La valutazione del docente da parte di fantomatici "valutatori" for-mati dal M.P.I. infrangerebbe proprio il principio della pluralità degli approcci metodologici  in cui si concretizza la libertà di insegnamento che è il fondamento costitutivo stesso della scuola pubblica de-mocratica.  L 'ipotesi poi ventilata dal Ministro di far entrare nel giudizio studenti e genitori, per poter poi procedere all'aumento salariale, è incongrua e paradossale. Sarebbe come chiedere ad avvocati o a persone sog-gette a giudizio di dare a loro volta un giudizio sulla capacità di emettere sentenze di un magistrato al quale verrebbe concesso un eventuale aumento salariale. La valutazione è parte integrante della funzione docente e tale deve rimanere, libera da ricatti e condi-zionamenti che inevitabilmente verrebbero ad inficiarla pregiudicando le condizioni stesse su cui si ba-sa la relazione docente-discente.
  5. "In Inghilterra ogni 4 anni c'è una verifica dei docenti, perché in Italia no?"
    Bisogna smetterla di sentirsi in Europa quando si tratta di penalizzare i lavoratori e smetterla di estra-polare dall'organizzazione generale delle scuole europee parti della stessa che non hanno alcun senso se applicate in un contesto diverso. In Inghilterra la polizia accompagna nelle scuole pubbliche gli stu-denti; in alcune scuole sono ammesse le pene corporali; negli USA le scuole pubbliche sono alla rovi-na.Vogliamo applicare anche in Italia questi, modelli? Cominciamo allora dai salari dei docenti italiani, tra i più bassi in Europa.
  6. "Se i docenti godono di scarsa credibilità presso l' opinione pubblica si chiedano perché".
    Sarebbe troppo facile rispondere: Ministro, se gode di scarsa credibilità presso i docenti si chieda per-ché e si dimetta. Sottolineiamo come nel rifiuto del "concorsone" vogliamo proprio salvaguardare la nostra credibilità di docenti della scuola pubblica rifiutando una politica scolastica che tende ad introdurre, sempre di più, gerarchizzazione e svuotamento degli spazi di democrazia interna, attraverso differenziazioni salariali non corrispondenti, comunque, a una qualità diversa del lavoro. Rifiutiamo la logica sottesa alla sua politica, che prefigura una scuola-azienda imperniata sulla competitività (attendiamo comunque la sua prossima circolare ministeriale sulla promozione dell'educazione alla solidarietà"), sulla considerazione degli studenti-clienti che dobbiamo conquistarci sul mercato contro le altre scuole.
    Rifiutiamo la fine della contrattazione collettiva che l'art. 29 produrrà (alla lunga un vero e proprio suicidio sindacale) con l'instaurazione di una giungla retributiva che finirà per snaturare il senso stesso delle relazioni interne alla comunità scolastica.
    Per questo chiediamo l'abolizione dell'art. 29 e un salario dignitoso per tutti; l'indizione di un referen-dum in tutte le scuole sui risultati della concertazione.
    Vogliamo dare un segnale a tutte le forze politiche e sociali interessate veramente a comprendere, senza pregiudizi e luoghi comuni, i problemi e le trasformazioni in atto nel mondo della scuola, proprio perché pensiamo che esse non riguardino solo lo status dei docenti ma il futuro dell' intera organizzazione scolastica.
Per il Coordinamento Docenti Scuole Statali di Padova
Lucia Chisté
e-mail: concorsone@iol.it
sito Web: http://users.iol.it/dabibo/