Pesci d'acqua dolce

Anguillidi

Descrizione immagine


Anguilla

Anguilla anguilla

anguilla

Autoctona

Anadroma

Presenza

Alloctona

Catadroma

Specie comune

Max: 150 cm. / 6 Kg.

L'anguilla e' una delle specie piu' rappresentative e singolari tra i pesci d'acqua dolce italiani. Pesce inconfondibile, dal corpo serpentiforme ricoperto di squame minute e di abbondante muco protettivo. La testa si presenta piccola in confronto con il resto del corpo; la bocca di medie dimensioni presenta denti piccoli distribuiti uniformemente sulle due mandibole e sul vomere. Le pinne anale, dorsale e caudale sono fuse a formare un'unica entita' con la porzione dorsale che attacca in leggero anticipo sull'anale. La colorazione e' assai variabile in relazione all'habitat, allo stadio di crescita e di maturazione sessuale raggiunta, con un dorso che passa da tonalita' grigio/verdi fino a marrone e il ventre piu' chiaro. In base al colore di tale zona si riconoscono le "angulle gialle", inerenti a pesci nella loro fase trofica in acque dolci e "anguille argentine" prossime alla discesa in mare per la riproduzione. Diffusa in tutto il nostro paese fino Distribuzione a circa 1000 metri di altezza, dal grande fiume del piano fino ai laghetti collinari, passando per i canali d'irrigazione fino al fosso piu' piccolo, e' stanziale nelle lagune con acqua salmastra e il mare aperto, l'anguilla presenta una capacita' di addattamento e una rusticita' esemplare, tollerando per lunghi periodi livelli di ossigenazione molto bassi. In condizioni estreme puo' uscire dall'acqua e sopravvivere a lungo, in ambienti sufficientemente umidi, sfruttando la sua capacita di svolgere una respirazione cutanea resa possibile da un'ampia vascolarizzazione della pelle. Si ritiene, anche se non accertato, che sia in gradi di muoversi per brevi tratti sul terreno libero o di sfruttare le vene sotterranee per colonizzare ambienti non direttamente collegati tra loro da vie d'acqua superficiali; prova ne e' che alcune anguille sono state rivenute in pozzi o canali d'irrigazione da essi alimentati. E' un pesce che preferisce fondali molli e fangosi in cui rintanarsi occultandosi, ma si adatta anche a tane ricavate tra rocce o asperita' del fondo, da cui esce in caccia solo al calare della notte o quando il livello di trasparenza delle acque cala per effetto di una piena o di una pesante copertura nuvolosa. Durante tutto il periodo invernale preferisce rimanere infossata nel fango in uno stato di semiletargo, limitando di molto il suo raggio d'azione. La dieta dell'anguilla e' molto varia: anellidi, crostacei, molluschi, larve d'insetti con una netta prevalenza di piccoli pesci per gli esemplari maggiori; riscontrati casi di cannibalismo. La dimesione massima rilevata nelle nostre acque si attesta a circa 2 Kg di peso per 100 cm di lunghezza; mentre sono stati osservati casi eccezionali con lunghezze fino a 150 cm per un peso di circa 6 Kg. I maschi sono decisamente piu' piccoli con una media di 50 cm e 250 grammi. I ritmi di accresimento possono essere molto diversi da localita' a localita', come ormai rilevato nella gestione di uno degli allevamenti a ciclo aperto piu' antico d'Italia: Le Valli di Comacchio.

La riproduzione

Ciclo riproduttivo dell'anguilla L'anguilla e' una specie catadroma, che discende al mare per la riproduzione, dopo una fase di accrescimento in acque dolci o salmastre. Ogni autunno le "maretiche" (anguille femmine) e i "capitoni" (maschi), scendono nuovamente al mare per intrapprendere l'ultimo grande viaggio senza ritorno. Oltre 6000 Km le dividono dalla loro destinazione nel Mar dei Sargassi, nell'Atlantico centrale, dove ad oltre 1000 m di profondita' avviene la deposizione delle uova. Ogni femmnina deposita da 4 a 6 milioni di uova. Gli adulti vanno a morire subito dopo. Alla schiusa, le larve chiamate Leptocefali, inizialmente identificate come una specie a parte, sono trasportate dalla corrente del Golfo verso est, raggiungendo le coste europee e africane in circa tre anni. Le ricerche volte a inquadrare in modo definitivo la riproduzione delle Larva di anguilla allo stadio di Leptocefalo anguille europee hanno impeganto per molti anni numerosi ittiologi. Sebbene gia' dal secolo scorso fosse chiaro l'areale di riproduzione dell'anguilla americana, situato nel Mar dei Sargassi, solo nel recente passato si sono ottenute prove concrete che tale area fosse utilizzata anche dall'anguilla europea. La notevole distanza dalle coste, circa 7000 Km, dava adito a notevoli dubbi intorno all'attendibilita' dell'ipotesi, considerando i diversi meccanismi di orientamento che potrebbero essere utilizzati per raggiungere l'area riproduttiva. Dalla sua nascita fino allo stato di adulto pronto per la riproduzione in mare, l'anguilla passa attraverso diversi stadi. La larva alla nascita prende il nome di "Leptocefalo". Ha una forma compressa simile ad una L'anguilla allo stadio di Cieca foglia di salice ed e' perfettamente trasparente. Alla schiusa risale in superficie, dove dai 50 ai 200 metri di profondita' viene presa dalla corrente del Golfo e trasportata fino a ridosso delle coste europee e attraverso lo stretto di Gibilterra nel Mediterraneo. Le dimensioni massime di questa forma arrivano a circa 80/85 mm al quarto anni di vita. Prima di risalire i fiumi o di entrare nelle lagune, il Leptoceefalo subisce una trasformazione: il corpo comincia ad assumere una forma cilindrica accorciandosi notevolmente in lunghezza e in altezza. Denominata correntemente "Cieca", la piccola anguilla comincia ad assumere, nonostante la persistente semitrasparenza che la caratterizza, la forma dell'individuo adulto. Le dimensioni rimangono contenute tra i 60 e i 85 mm. A mutazione avvenuta la "cieca" comincia la migrazione nelle acque interne. L'ultimo stadio, che non e' altro che quello della giovane anguilla, viene denominata "ragano". Da questo momento inizia la fase L'anguilla allo stadio di Ragano trofica dell'anguilla che puo' avere ritmi di accrescimento molto diversi da area ad area. Prima che il ciclo riproduttivo abbia luogo, passano normalmente circa 7-13 anni per i maschi e di 10-20 anni per le femmine. L'anguilla si presenta come asessuata allo stadio di ragano mentre lo sviluppo e la differenziazione tra i due sessi determina nell'anguilla "gialla" una evidente differenza di crescita tra maschi e femmine. La capacita' di predare pesci di dimensione maggiore per alcune anguille che presentano una mascella piu' larga delle morma, determinano forti differenze nella crescita. L'anguilla che per cause naturali non riesce piu' a scendere ancora al mare, assume abitudini sedentarie, e puo' arrivare secondo alcune ricerche ai 40 e piu' anni di eta'.


L'allevamento

Casone di pesca nelle Valli di Comacchio L'allevamento dell'anguilla ha nel nostro Paese radici profonde come la "vallicultura" nei bacini e nelle areee umide dell'alto Adriatico. A quello che viene chiamato allevamento a "ciclo aperto", come quello secolare delle Valli di Comacchio, dove sostanzialmente l'azione dell'uomo si limita ad intercettare gli esemplari adulti prima della loro discesa al mare, si affianca il moderno allevamento a "ciclo chiuso" di origine asiatica dove il pesce viene cresciuto integralmente in vasca. Il progressivo ridursi delle aree umide litoranee, oggetto di bonifica nel secolo scorso, l' inquinamento generalizzato e gli sbarramenti idroelettrici hanno portato ad una forte riduzione delle cieche in risalita dal mare e una sensibile riduzione della produzione in ciclo aperto. A questo problema si e' aggiunto anche quello della proliferazione nei bacini del crostaceo parassita Argulus giordani che inietta nell pelle delle anguille con cui viene in contatti un liquido con una azione tossica che ne provoca molto spesso la morte. I fiumi del versante Tirrenico, dove non si notano riduzioni nella risalita delle cieche fungono da tempo da vivaio per il materiale immesso nelle valli. Anche se fortemente ridimensionata, l'anguillicultura negli impianti delle Valli di Comacchio, basata sui tradizionali "casoni" lungo le rive e dal complesso impianto di intercettazione, i "lavorieri", rimane concreta testimonianza di un'attivita umana che ha lasciato un segno indelebile nel territorio. Gli allevamenti intensivi, sono capaci di arrivare a produrre nelle condizioni migliori, 5/6 Kg di pesce al metro cubo, ma e' necessario garantire almeno un paio di ricambi totali dell'acqua al giorno, verificandone costantemente la qualita' per l'alto rischio di epidemie dato dall'affollamento.Attualmente in Italia gli impianti di produzione intensiva hanno una capacita' produttiva di circa 4000 tonnellate/anno. L'impianto del Lavoriero a Comacchio Normalmente la pezzatura media alla distribuzione e' di 250/400 gr. Gli animali vengono alimentati con pastoni contenenti alte percentuali di sfarinati di pesce. La difficolta' di reperimento delle cieche o dei giovani ragani rimane il problema fondamentale di tale allevamento, che non puo essere comunque considerato una garanzia per la salvaguardia futura della specie. L'anguilla ha un valore economico elevato, presenta delle carni chiare, grasse e gustose, che possono essere cucinate in diversi modi secono la tradizione italiana. E' necessario prestare attenzione al sangue del'anguilla, che puo' risultare tossico per l'uomo se entra in circolo per via diversa che la digestione (per es. tagli alle mani durante la pulizia del pesce). Puo essere commercializzata in diversi modi, freaca, congelata, marinata, salata o affunicata, prestandosi bene anche per l'inscatolatura. Il prezzo, comunque elevato, si impenna nel periodo invernale per la tradizionale usanza del "capitone" natalizio.

La pesca

Nonostante la specie soffra di una riduzione sostanziale in alcune aree del nostro paese la pesca dell'anguilla puo essere ancora presa in considerazione. La presenza e' ancora sostanziale in alcune morte dei grandi fiumi del Nord (Po, Adda, Ticino), dove una buona lenza di fondo e innescata con vermi di terra, bigattini o pesce vivo morto, puo' regalare ancora delle belle sorprese. Fondamentale il terminale d'acciaio per salvaguardare la lenza dei dentini acuminati dell'anguilla. Porre notevole decisione durante il recupero facendoci aiutare da una lenza e una canna robusta provvista di un potente mulinello: l'anguilla e' capace di avvinghiarsi a qualsiasi ostacolo sommerso e di non mollare assolutamente la presa. Tentare preferibilmente la sorte durante la notte, quando il pesce entra in attivita', in giornate coperte o mei giorni immediatamente successivi ad una piena del fiume. Tradizione tutta padana la pesca con la "mazzacchera" e l'ombrello. La misura minima dell'anguilla nella regione Lombardia e' di 35 cm; non esistono periodi di divieto specifici.