Parigi 1962. Magenta, star di film a luci rosse della Bon Appétit Cinéma, è stata assassinata.
I servizi segreti francesi sospettano il coinvolgimento diretto del losco industriale di armi
chimiche, il Conte Grossbourg. Anche Magenta, ladra e detective dark lady, che si trova a Londra,
viene informata della ‘propria morte’. Qual è la vera identità della vittima dell’omicidio,
protagonista della serie di pellicole? La chiave di tutto è nella periferia di Parigi, all’interno del
grande calzificio Phalène, proprietà di Aria Maliarda, la perfida consorte del conte...

__

__

__

_

DOSSIER MAGENTA

114 pagine, B/N e Colore, cm 21X28
(73 pagine di graphic novel
+ sketches & pinups)

Prefazione di Marco Bianchini

Italian Edition

Edito da IL GRIFO EDIZIONI DI

Disponibile nelle migliori librerie, o all'editore:
http://www.grifoedizioni.com/

 


Il video di DOSSIER MAGENTA su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=ds6Cw6k7Cu0

 


 

Recensione di DOSSIER MAGENTA tratta da "SBAM! Comics"
http://sbamcomics.it/blog/2016/11/25/dossier-magenta/

di Antonio Marangi

Anni Sessanta: chi era veramente l’attrice a luci rosse uccisa sul set e che si faceva chiamare Magenta? Perché è stata uccisa? Che ruolo ha la misteriosa Aria Maliarda, proprietaria del calzificio Phalène di Parigi?
Tante domande, nessuna risposta, almeno fino a che la vera Magenta, femme fatale, ladra ed ex agente segreto, viene incaricata (seppur con mezzi non proprio ortodossi) dai servizi segreti francesi di capirci qualcosa. Così Magenta parte per Parigi, senza neppure l’appoggio dell’amica/collega/complice Lucrezia, ma completa di armi, di impeccabili abiti da sera e della pettinatura dalla monumentale bombatura che è a tutti gli effetti il suo marchio di fabbrica…

In estrema sintesi, questa è la trama di Dossier Magenta, la novità firmata (testi e disegni) da Nik Guerra, che ripropone così al pubblico – a quattro anni di distanza da Magenta Nero fatale – la sua eroina più celebre.
Trama ben costruita e non priva di spunti, dove il noir fa da sfondo agli aspetti sexy, in una commistione che ricorda facilmente i vecchi albi tascabili anni Settanta, da cui Magenta sembra “discendere”. Ma entrambe le cose – la trama e questa lontana parentela – passano comunque del tutto in secondo piano rispetto alle spettacolari tavole che le illustrano: un trionfo di panneggi e trasparenze, di pettinature e di guepiere, di inquadrature sempre diverse e di pagine sempre elaborate, nell’impostazione e nel senso di lettura, con un indugiare sul dettaglio, anzi, sui tantissimi dettagli che affollano ogni angolo leggibile.
A prevalere è sicuramente il nero, nei freddissimi contrasti col bianco del fondo, appena intervallati da quei grigi perfetti per dare profondità all’immagine, ma anche e soprattutto per evidenziare ancora di più quel dettaglio della gonna, o della piega della calza, o ancora della scarpa di Magenta, cioè proprio quello che la matita di Nik vuole che tu veda per primo…

Visto però che la specialità di Guerra è sicuramente l’arte delle pin-up, anche questa sua lunga (73 pagine) storia a fumetti è anche e soprattutto una lunga sequenza di spettacolari pin-up: Magenta è sempre impeccabile, sempre “in posa”, col suo sguardo duro e ammaliatore di chi sa esattamente dove vuole arrivare. Mentre rapina una gioielleria, mentre forza una cassaforte, mentre affronta armi in pugno la sua rivale, mentre sorprende un ladro nella sua camera (in un fugacissimo omaggio a Diabolik), lei è comunque pronta allo scatto del fotografo, sul suo teorico palcoscenico.

Un consiglio per la lettura quando avrete il volume tra le mani? Leggetelo subito, d’un fiato, per vedere come va a finire e togliervi la curiosità. Così poi potrete tornare a pagina 1 e riguardarlo con calma, senza altra distrazione che non sia l’esaminare ogni tavola. Fino all’ultimo grande primo piano di Magenta, vagamente malinconico, che porta alla parola fine (fine della storia, ma non ancora del volume, che propone ancora una trentina di pagine con sketch, matite preparatorie e – ovviamente! – pin-up).
Per gli amanti del genere, un volume imperdibile. Per tutti gli altri, una scoperta che vi colpirà.

 


DOSSIER MAGENTA

Recensione di Moreno Burattini

Tratto da Freddo cane in questa palude morenoburattini.blogspot.com

Ho letto "Dossier Magenta", di Nik Guerra (Edizioni Di, 2016, brossurato, 120 pagine, 20 euro). Se volete accettare un consiglio, non fatevi sfuggire nessun volume di Nik Guerra: e non lo dico solo ai maschietti, che si beano gli occhi di fronte alla bellezza intrigante dei personaggi femminili che escono dalle sue matite e dai suoi pennelli, ma anche alle fanciulle che sicuramente sapranno apprezzare acconciature, abbigliamento e accessori delle eroine raffigurate (e mai raffigurate del tutto nude o in pose oscene: solo seducenti).

Con "Dossier Magenta", Guerra riporta sulle scene il suo personaggio più celebre e celebrato in mezzo mondo (quello almeno che non vela le donne): Magenta. E lo fa con una storia d'azione, di spionaggio, di sparatorie, di inseguimenti e vendette che si si susseguono dalla prima all'ultima pagina, senza che mai, però, le esplosioni e le sparatorie riescano a far passare in secondo piano la sinuosità delle forme delle belle donne sulla scena. Eric Stanton, Bill Ward, John Willie, Gene Bilbrew e chissà quanti altri autori fetish fanno parte dell'immaginario di Nik Guerra quando disegna le sue amazzoni dominatrici e volitive ma anche ammiccanti e seducenti. In "Dossier Magenta" le donne sono assolute protagoniste, sia dalla parte del bene che da quella del male. Gli uomini sono assolutamente superflui.

Siamo a Parigi nel 1962: qualcuno distribuisce film hard con protagonista una sosia di Magenta, per screditare la dark lady che vive a Londra (ladra come nei migliori fumetti neri italiani, ma anche detective, alla maniera di Zakimort). L'attrice però muore strangolata sulla scena e il film, vero e proprio snuff movie, utilizzato per ricattare il riccastro colpevole dell'omicidio.

Sembra di ritrovare Magnus & Bunker, nei loro migliori episodi di Kriminal. Anzi, di Satanik.

 

 


 

DOSSIER MAGENTA

Recensione di Giorgio Vernocchi
https://quandolacittadorme.blogspot.it/

Cominciamo subito col dire che il volume è un Capolavoro: l’opera migliore di Guerra, la più evoluta. L’impianto grafico è da urlo, le tavole sono spettacolari. Le figure di primo piano, dai primi piani alle figure intere, sono autentiche pin-up, che impreziosiscono le tavole. La resa grafica di stampa è di pregio, come lecito attendersi da un simile contesto artistico. Gli sfondi e i paesaggi sono anch’essi di assoluto valore, e rappresentano, dal punto di vista grafico, un miglioramento netto rispetto al passato. I testi sono accattivanti e coinvolgenti: la narrazione si può ben definire “incalzante”, con un termine mai così adeguato all’argomento.

Guerra e Magenta si confermano, quindi, come protagonisti di punta del movimento fumettistico italiano e mondiale. E non è un’esagerazione: un volume con un’unica avventura di 73 pagine, disegnate in questo modo, non ha paragoni, per qualità e argomento, nell’intera Storia del Fumetto mondiale. Chi mai, prima di Nik Guerra, aveva portato a simili vertici di struttura narrativa il fumetto sexy? Perché è vero che questo Magenta smette di essere un fumetto erotico per divenire un fumetto avventuroso in salsa sexy, ma l’aspetto glamour e feticista delle immagini rimane tutto, con il suo valore che non viene certo rinnegato. La cultura Fetish, insomma, non è quindi ripudiata dall’ultimo Guerra, ma, anzi, viene tolta dal ghetto, viene elevata, grazie all’uso ormai divenuto sapiente della narrazione avventurosa.

Una sfida colta dall’Autore toscano ai tempi di “Magenta Nero Fatale”, e, oggi, vinta completamente con “Dossier Magenta”. Vittoria ottenuta giocandosela su almeno tre piani: grafico, narrativo e, sorprendentemente, metalinguistico. Già, anche metalinguistico.

Un volantino pubblicitario esposto un po’ dovunque in quel di Lucca Comics and Games 2016 recitava “Il ritorno di Magenta!”, e sotto mostrava l’accattivante copertina dell’albo in uscita, “Dossier Magenta”. Nell’innocuo foglio ci sono già ben due precisi indizi della matrice metalinguistica della nuova fatica del fantastico Nik Guerra. Quali sono i due indizi in questione? E perché sarebbero metalinguistici? Il primo indizio è lo strillo “Il ritorno di Magenta!”. “Il ritorno di” è una tipica formula fumettistica. Ci sono decine di esempi, nel campo del fumetto popolare e non solo, di eroi o antagonisti che “ritornano” (“Il ritorno del cavaliere oscuro” in Batman o “Il ritorno di Yama” su Tex, valgano come esempio). Ma se è una tipica formula usata nel fumetto, allora, si potrebbe pensare che sia poco indicativa, poco significativa di qualcosa di specifico. Forse. Ma la cosa curiosa è che Magenta, almeno per i suoi affezionati lettori, non se n’era affatto andata. La sua precedente apparizione nelle vesti di protagonista di un volume è del 2012, è vero; ben quattro anni (davvero troppi, Nik!) Ma Nik Guerra è abile a tenerla viva nelle splendide Pin Up o in qualche cameo, come nel volume dell’anno scorso di storie brevi. Insomma, non era tanto Magenta a mancare, quanto le sue avventure. Quindi questo ritorno forse va inteso più come un tornare indietro, un voltarsi al proprio passato, più che ad un tornare in libreria. C’è un'altra formula, tipicamente fumettistica, che fa il paio con “il ritorno di ...” ed è “il passato di ...”. Ecco, quello strillo, visto che a Lucca l’appuntamento con Nik Guerra, e quindi con Magenta, è d’abitudine, sembra dirci che Magenta volgerà lo sguardo al suo passato. Per ripeterlo? Per ripercorrerlo? Per rinnegarlo? L’altro indizio è la parola “Dossier”.

Se parliamo di dossier in ambito di fumetti noir, salta subito in mente “Dossier Kriminal”. Si tratta quindi di una citazione, che rimanda ad una collana dedicata all’antieroe di Magnus e Bunker. Ma l’approccio metalinguistico è amplificato dal significato stesso del termine, perché dossier è sinonimo di analisi, di studio, di raccolta di informazioni, di indizi, tra cui, naturalmente, anche e soprattutto del passato del soggetto investigato. Quindi il ritorno di Magenta riguarda il suo Dossier, il suo passato, le sue vicende. E i riferimenti metalinguistici, copiosi nelle pagine della storia, ci fanno capire che non si parla solo delle avventure che sono narrate nelle tavole, ma anche altre; quelle editoriali, per esempio. Naturalmente, tutto questo discorso può sembrare fumoso: ma se è sempre importante che una recensione non contenga spoiler né anticipazioni di nessun genere, in questo caso è assolutamente vitale. Quindi meglio prenderla larga, piuttosto che riportare passaggi magari decisivi, ma che condizionerebbero quando non rovinerebbero, la lettura dell’albo. La cosa che si può dire senza rovinare, appunto, il piacere della lettura, è che l’Autore compie un ulteriore passo in avanti nell’ambito della sua evoluzione artistica, e non solo in senso grafico. In “Magenta Nero Fatale” Nik Guerra si smarcava dai contenuti sessualmente espliciti delle storielle della prima ora, puntando con i magnifici disegni alla fantasia e all’immaginazione del lettore. Ma l’operazione non era compiuta totalmente, o non era definitiva, almeno, probabilmente, nell’animo dell’Autore.

L’Artista, o meglio, un Artista come Nik Guerra, punta sempre alla perfezione, al miglioramento, e il suo essere ipercritico con il proprio lavoro lo spinge a una sorta di rinnegamento del passato artistico; o almeno di certi aspetti di esso, che, proprio perché Guerra è in costante evoluzione, a lui appaiono superati. Ma il passato non si può né cancellare né ignorare, come, in un certo senso si era provato a fare in “Magenta Nero Fatale”, perché c’è il rischio che questo passato rimanga come un fardello pesante da portare, almeno per chi lavora con la propria anima, con il proprio spirito, più che con le proprie, pur abilissime, mani. Ed ecco quindi “Dossier Magenta”, dove Nik Guerra, a fianco della sua eroina, affronta il suo passato non per ripercorrerlo o per rinnegarlo, ma, alzando nuovamente la posta in palio, per superarlo.

Riuscendoci in pieno.

 


DOSSIER MAGENTA © by Nik GUERRA

-All Rights Reserved-

---