Le nostre disavventure giornalistiche e non...




8-4-2002 ovvero LA PRIMA STAMPA

Il primo sforzo è concluso: dopo innumerevoli prove e riprove, stampe e ristampe, l'uomo della tipografia ha detto : "si"(con nostro grande sollievo) ed in pochi giorni tutte le copie avevano visto la luce….Per decidere l a distribuzione delle copie (ma in realtà per festeggiare a pancia piena la prima uscita, secondo il diabolico piano di Muttley) ci siamo riuniti per cena….Cena…Sigh….In realtà abbiamo dovuto lottare per accaparrarci un po' di pasta a causa dell'insospettato numero di partecipanti…Qualcuno, messo a dura prova dalla fame , si è rifatto su una busta di biscotti scaduti che, come abbiamo appreso, tra pochi giorni avrebbero compiuto un anno….La serata è divenuta sempre più allucinogena a causa della fame, della musica alienante e probabilmente degli strani effetti dei biscotti…"Les bohemes" però è piaciuto a tutti , anche se la prima pagina ad essere stata consultata è proprio quella dell'oroscopo, parto di una mattinata di scazzo; qualcuno invece ha voluto sapere a tutti i costi chi era la tipa in copertina ma noi non abbiamo ceduto….Il segreto professionale…Eheheh….
Dopo l'ennesimo calcolo delle copie a testa, delle copie da distribuire in tal posto, delle copie totali, dopo l'ennesima discussione su chi deve andare dove, la serata si conclude dopo la mezzanotte quando le nostre strade si separano per portare chi in una paninoteca, chi in una gelateria, chi a casa sua per compensare l'umile pasto con qualcosa di più sostanzioso…..Qualcuno inoltre pare che si sia cimentato, una volta raggiunta la sua dimora, in tale impresa: ingurgitare un'insolita quantità di mele cotte per sapere se è vero quel che si dice riguardo al loro effetto lassativo……..Ehm…Pare di si.


11-4-2002…..12-4-2002 ovvero DA MICOL

Nel tentativo di avere una prima opinione su "Les Bohemes" ci rechiamo da Micol, nostra amica e sostenitrice, dopo aver fatto il giro di qualche locale cagliaritano per la distribuzione di alcune copie(Fabrik, Bodie Art, la Scala)…..Siamo io(Nike), Demetra, Quezal e DiAcca… Micol purtroppo domani alle 6 parte per la Corsica e, nonostante l'ora tarda e il suo timore per il mal d'auto durante il viaggio, accetta di offrirci la sua consulenza… Legge con interesse e partecipazione tutti gli articoli, facendoci ridere di noi stessi e pentire di ciò che abbiamo avuto il coraggio di pubblicare ma , alla fine, il giudizio è positivo: si complimenta con DiAcca per i fumetti, con Quezal per l'articolo(ma gli consiglia di cambiarsi il nome in Gina) e con me per la foto in copertina e le poesie… Inoltre tenta di abbracciare una Demetra che si divincola furiosamente, in un impeto d'entusiasmo per il suo articolo sulla globalizzazione; nel mentre DiAcca scatta delle foto ridicole con quella sua macchina digitale( se non la pianta credo che la bruceremo, di comune accordo e a sua insaputa)…..Quindi…il giornale piace, almeno a lei, e le piace soprattutto che sia autoprodotto ed autofinanziato, che tratti una varietà di temi che spaziano dall'attualità alla musica ed alla poesia e ci promette di fare una buona pubblicità….Dopo averle lasciato un paio di copie e aver giurato solennemente di farle sapere come andrà, leviamo il disturbo….Sono già le 2:00 e alla nostra sostenitrice rimangono solo poche ore di sonno!
Ovviamente questo è solo il riassunto di 4 ore di battute inopportune, slanci di credibile e convinta serietà, vaneggi notturni e pensieri diretti ad un futuro di svago ed indolenza, oltre che di nostalgia per i tempi passati e fughe dalla macchina fotografica (che penso che battezzerò come " Christine la macchina infernale) di DiAcca…
Alla prossima….!


25-4-2002 IL 25 APRILE

57 anni fa il Corpo volontari della libertà dei partigiani ed il Cln (Comitato di liberazione nazionale) entrarono trionfali in una Milano liberata dall’egemonia del nazifascismo. Con le proprie forze e con la sete di libertà, i partigiani annientarono i fascisti e i nazisti tedeschi, arroccati nel nord-Italia, senza l’agognato aiuto bellico degli alleati americani. Gli operai dei grandi centri industriali occuparono le fabbriche, impedendo la produzione di armi e rifornimenti per la guerra.
Oggi, 25 aprile 2002, a Cagliari si ricordano quegl’anni di guerre, di fame, di sottomissione.
Oggi a Cagliari, come in tutta Italia, si celebra la riscossa di un popolo che ha avuto la forza di resistere e di ribellarsi contro la tirannia fascista e l’invasore nazista e combattere per la libertà.

E’ una bella giornata, ed io e Nike leviamo presto le tende per partecipare al corteo della mattina.
La manifestazione è partita da piazza Garibaldi. Noi la incrociamo in via Sonnino. C’è molta gente, tanti striscioni e bandiere, e soprattutto tanta allegria.
Il corteo si dispiega in tutta la sua lunghezza fino in via Roma. Ciò da un’idea di quante (tante) persone aderiscano alla festa. La partecipazione della folla è sentita e festante. Troviamo tra le varie organizzazioni presenti, rappresentanti di partiti politici, di sindacati, di organizzazioni studentesche. Ma il corteo vero e proprio è un colorato insieme di giovani e studenti, che cantano e ballano, di intere famiglie con bimbi sfuggenti al seguito, dei vecchi partigiani, presenti per testimoniare la storia, e di moltissime altre persone comuni che sentono vivo il significato di questa data.
Serpeggiando veloci tra la gente, intenti a scattar tante foto, tra uno slogan anti-governo ed una malinconica canzone partigiana come Bella Ciao, sfilano dinanzi a noi striscioni contro la guerra, a difesa della oramai martoriata Palestina (terra di nessuno); passano alcuni gruppi con in mano numerosi cartelli e bandiere inneggianti alla lotta per il lavoro; scorrono lungo le vie cagliaritane sardi vestiti da palestinesi e palestinesi vestiti da “sardi”; urlano la loro voglia di libertà, contro la pericolosa ascesa delle destre, i rappresentanti degli extracomunitari. Tutti insieme camminano compatti verso la libertà e la democrazia, conquistate con il sangue e l’onore il 25 aprile del ’45.
L’epilogo della mattinata si è concluso in piazza Costituzione, d’innanzi al Bastione, con i discorsi di due ragazzi ed del rappresentante dei partigiani antifascisti.
Noi due nel frattempo siamo già scappati via: alle13:30 abbiamo appuntamento con Muttley, DiAcca e con la nostra amica Rita al colle San Michele per partecipare alla festa con concerto della sera, e organizzare la distribuzione straordinaria di copie di “Les Bohèmes” stampate per l’occasione….
Al rendez-vous ci siamo tutti, manca però la gente…Forse siamo arrivati troppo in anticipo!!
Comunque la nostra organizzazione è impeccabile. In poco tempo ci piazziamo in un posto strategico nei giardini del colle, montiamo il nostro pratico panchetto e con un gran sorriso aspettiamo che arrivi qualcuno…. Invece arriva solamente la pioggia che ci coglie del tutto impreparati e ci costringe a fuggire a gambe levate! Ma la truppa di “Les Bohèmes” non si da per vinta così facilmente!! Appena il cielo ci da un segnale di pace, scattiamo fuori dalla macchina e rimontiamo tutto l’ambaradà.
Nel frattempo, anche se il tempo è incerto, i giardini del colle di S. Michele cominciano ad gremirsi di giocolieri, famigliole, pallonari, bimbi scatenati e genitori incasinati. L’organizzazione del concerto comincia a montare l’impianto di casse e strumenti. E nel corso del pomeriggio altri banchi e tavolini si affiancano al nostro. Siamo circondati dai comunisti italiani alla nostra sinistra (e dove sennò?), con i quali abbiamo fatto un simpatico scambio culturale, dalle bancarelle di artigianato autoprodotto, ed dai rappresentanti del Cagliari Social Forum con la bancarella di aquiloni.
Il nostro “staff”, cioè io e Muttley, intanto si appresta a montare lo striscione pubblicitario della ormai famosa testata,…. con un po’ di scotch e l’ausilio di una panchina pubblica!
Nel tardo pomeriggio il colle è davvero una bolgia. Il piccolo anfiteatro è gremito in ogni posto, dove ora si esibiscono un gruppo di giocolieri e poi inseguito una divertente compagnia di clown.
Le copie del giornale stanno attirando le persone che sempre più numerose si avvicinano alla nostra postazione. Abbiamo la possibilità di dialogare con ragazzi, signore, anziani, insomma con persone di tutte le età ed estrazione sociale, che incuriositi dalla nostra iniziativa intraprendono tanti discorsi costruttivi ed interessanti.
Spinti da questa voglia di comunicare DiAcca, Rita e Nike gironzolano tra la folla per intervistare qualche fortunato.
Il tema dell’intervista è incentrato sul significato della festa della liberazione e sul giudizio (se è sempre consentito esprimerlo) dell’amministrazione del nostro governo. I nomi degli intervistati sono fittizi, perché ci siamo dimenticati di chiederli!
Nonostante l’iniziale diffidenza nei confronti degli intrepidi intervistatori, i nostri amici ci hanno preso sul serio, discorrendo tematiche e opinioni molto interessanti. La signora Rosa ci spiega, ad esempio, che : << …il 25 aprile ha un significato importante soprattutto per la situazione politica al giorno d’oggi. E’ utile trasmetterne i significati ai giovani e ai bambini. La festa della liberazione è sinonimo dei principi di democrazia, di pace, di uguaglianza che sono il fondamento del nostro modo di vedere la vita>>. Sull’importanza che gli ideali vengano tramandati alle future generazioni è in perfetto accordo anche la signorina Anna, mentre Roberto, che si propone più attivo, dice che il 25 aprile :<<…non è niente di particolarmente importante. E’ una ricorrenza. Un simbolo. Un modo per ricordare la lotta contro il fascismo. Per celebrare l’antifascismo. A mio modo di vedere>>,dice,<< bisognerebbe compiere attivamente l’antifascismo, più che sfilare in corteo nelle piazze della città, visto i tempi che corrono>>. Rita, promossa sul campo giornalista d’assalto, prova a domandare quali dei presenti ha partecipato al corteo celebrativo della mattina: un terzo degli intervistati ha risposto positivamente al suo quesito. L’avventura adesso si fa cupa, quando i tre intervistatori pongono la domanda delle domande: cosa pensa della scena politica italiana?
Il primo ad intervenire è il signor Marco con la famiglia al seguito che con poca fiducia dice:<< bisogna che ci diamo un po’ da fare. Non siamo la Francia, però insomma…. Siam messi “bene”>>.
Tra i pesanti giudizi:<>, l’esame più accurato del quadro politico attuale è espresso dalla signora Rosa che ci dice sconsolata:<< E’ un disastro , uno sfascio. Penso che in un momento così difficile c’è da lottare molto, anche se negli anni passati ci sono stati dei governi altrettanto inquietanti. Attualmente abbiamo una classe di politica di rappresentanti dell’ingiustizia, delle falsità, della manipolazione della coscienza della gente. Non so se le persone hanno la consapevolezza del voto che hanno espresso. Ma molte di queste si stanno ravvedendo, distolte dai fumi ipnotici dell’impero Finivest-Mediaset>>. A seguire Anna ci confessa:<< Peggio di così non si può. Penso che “qualcuno” dopo le sue ultime “uscite” debba essere solamente internato. Forse molti italiani meritano di essere governati così, ma altri no. Probabilmente alcuni italiani che hanno vissuto e addirittura lottato per la liberazione hanno votato a favore del governo, e questo mi dispiace proprio…>>. Anche a noi…
La festa è veramente riuscita. I giardini del colle di S. Michele si presentano, se osservati dall’alto, come un grande formicaio di piccole persone che vanno e vengono, con tante piccole attrazioni che richiamano l’attenzione del pubblico.
Verso le 19,00 il gruppo dei ragazzi della Capoeira, arte marziale e danza brasiliana, che fino ad allora stavano di fronte a noi ad allenarsi, inscenano in pochi secondi uno spettacolo di duelli, salti ed evoluzioni emozionanti secondo i canoni della tecnica brasiliana. Il pubblico seduto sulle gradinate dell’anfiteatro si riversa attorno ai protagonisti della scena, passando vicino al nostro umile panchetto che viene selvaggiamente saccheggiato dei numeri di “Les Bohèmes”. La redazione del giornale rimane sconvolta e soddisfatta nel ritrovarsi un’unica copia del periodico.
Tra discussioni futili e utili consigli sulla gestione del giornale proposti da una simpatica signora, tra birre e gelati, ed una visione in diretta di una selvaggia partita di pallone tra bimbi impervitaminizzati è arrivata l’ora del concerto. Si alternano vari gruppi e solisti. La gente balla e si diverte. Da notare la performance di un gruppo blues dal nome a noi sconosciuto, la solita coinvolgente musica dei CRC posse, e il vastissimo repertorio dei Papa Woytila.
E’ davvero una bella festa!
La serata sta per concludersi. Alcuni di noi si spostano a cercare un pochino di ristoro a casa, altri vanno a fare provviste per il bivacco sul posto.
I bohemiens superstiti (Nike, Muttley, Demetra ed io) ed un’amica , mangiano a quattro ganasce i panozzi preparati magistralmente dalla nonna di Nike, così ritemprando lo spirito e soprattutto il corpo spossato dalla faticosa giornata d’artisti di strada.
Il nostro 25 aprile è stato al contempo un giorno di memoria e di libertà, un giorno di festa e di conoscenza, in compagnia di tanti nuovi amici, di tanta buona musica e tanta buona lettura….

Quezal