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DIVERSITA’ ed INTERCULTURA

La premessa ai programmi prevede la convivenza democratica come una delle finalità fondamentali della scuola di base; alla scuola si chiede di aiutare il bambino a rendersi conto di realtà diverse ed apprezzarle proprio perché tali. Viviamo un un’epoca di grandi cambiamenti: ad dar vita a tale situazione sono stati avvenimenti che hanno mutato gli equilibri politico economici dell’intera società mondiale, la caduta del muro di Berlino, la dissoluzione di molti regimi dell’est, il grande flusso migratorio e di intere comunità per problemi economici, sociali, politici, religiosi.

Il massiccio spostamento di queste comunità sta mettendo a dure prova la capacità di assorbimento e di tenuta della nostra società occidentale sia per il lavoro, sia per l’accoglienza, che per la convivenza. Il problema è pertanto di evitare che la diversità delle popolazioni immigrate possa dar luogo a forme di pregiudizio tali da precludere ogni possibilità di convivenza democratica.

I testi degli attuali programmi della scuola di base ( D.P.R.n°104/1985) pongono grande attenzione al problema del rispetto della diversità affrontandolo sotto l’aspetto dell’interculturalità che si pone come un progetto di sfida alla sempre più complessa società. Uno degli ambienti più sani in questo senso dovrebbe essere la scuola, in quanto essa ha il dovere di garantire, sia dal punto di vista culturale che pedagogico e didattico, il diritto allo studio, inteso come promozione della persona. Lo scopo è quello di consentire a ciascun alunno di ricevere e produrre conoscenze e cultura in un contesto civile e di democratica convivenza. Il rapporto interculturale costituisce un momento di interazione e relazione tra il sé e l’altro, ne esalta la funzione di reciproca costruttività e si realizza attraverso l’affermazione dei valori transculturali del rispetto, del dialogo, dell’impegno e della mediazione culturale aprendosi al dialogo in un quadro di costruttiva convivenza. La scuola è chiamata in causa sfruttando tutte le sue opportunità educative, dall’apertura delle classi al lavoro di gruppo, dando vita a laboratori linguistici, musicali, socio - storici. L’educazione interculturale all’interno della classe può favorire una comune crescita culturale per abbandonare pregiudizi e stereotipi. Si deve passare dalla logica dell’inserimento a quella della completa accettazione. L’incontro con l’altro, quando è vissuto consapevolmente e con atteggiamento di scambio e di reciprocità, può diventare un potente veicolo di arricchimento.

Ciascuna disciplina può offrire grandi aiuti ad un progetto interculturale.

La storia deve riconoscere gli apporti e i valori delle diverse culture aprendosi a problematiche di pacifica convivenza tra i popoli e affrontando il tema del razzismo.

L’insegnamento dell’italiano consente una considerazione interculturale delle vicende, delle origini della lingua, un approccio ad altre culture e una riflessione sui loro rapporti.

L’apprendimento della lingua straniera, oltre ad offrire strumenti di comunicazione e a promuovere la disponibilità ad altri di apprendimenti linguistici, avvicina ad un diverso modo di organizzare il pensiero e alla cultura che si esprime in ciascuna lingua.

La geografia presenta una forte valenza interculturale per la progressiva apertura dal vicino al lontano, dalle realtà locali a quelle mondiali. Le discipline scientifico matematiche forniscono un contributo fondamentale all’educazione interculturale, in quanto promuovono la capacità di ragionamento coerente, l’atteggiamento critico, l’apprezzamento del confronto.

Da non dimenticare poi l’educazione artistica e quella musicale che consentono un approccio, oltre che alle altre culture, ad altri tipi di linguaggio.

L’organizzazione scolastica deve trasformare la diversità in una risorsa in più per la persona nella prospettiva del bene comune, valorizzando tutte le risorse personali dei singoli alunni. Tutto l’impianto organizzativo deve prevedere, all’interno di tutti gli ambiti disciplinari, attività mirate e modalità

di verifica e di valutazione efficaci, al fine di regolare la programmazione. Comunque, bisogna osservare i principi dell’individualizzazione, della socializzazione e della continuità.

Gli alunni quotidianamente, devono impegnarsi a mettere a frutto le proprie risorse e quelle dei coetanei nelle varie situazioni di apprendimento; in questo modo essi si abituano, con gradualità, a praticare la cultura della solidarietà e a contrastare, in modo concreto, la formazione di stereotipi e pregiudizi nei confronti di persone e culture diverse.