Non solo il Giorno Della
Memoria
di Ivan Zanolla
Durante
l’anniversario dell’apertura dei cancelli di Auschwitz e della liberazione dei suoi
prigionieri da parte dell’Armata Rossa (che allora nel mondo era
considerata una sorta di esercito di Satana sulla terra) si sono sentite
alcune critiche riguardo quel momento storico che si ricorda
semplicemente con la denominazione “Il Giorno Della Memoria”.
Le opinioni che cercavano di sminuire quell’anniversario
solenne tiravano in ballo la questione che non esistevano solamente i
Lager nazisti in Germania ma anche i GuLag sovietici in URSS. Inoltre si
sentiva argomentare che questi ultimi non sono tenuti molto in
considerazione né dalla storia ufficiale né nei libri di testo (come
se questi, detti faziosi, trattassero delle migliaia di «desaparecidos»
in Argentina e in Cile ma questa è un’altra storia…).
Così ho voluto scrivere un articolo che parlasse di un libro ambientato
in quei GuLag in Russia.
Ma prima è meglio tracciare alcune note storiche che forse non tutti
conoscono…
SSSR: Sojuz
Sovetskih Socialisticeskih Respublik («Unione delle Repubbliche
Socialiste Sovietiche», URSS); la più lunga dittatura del nostro
tempo, che nelle intenzioni di Lenin doveva essere “del
proletariato”. GuLag: Glavnoe Upravlenie
ispravitel’notrudovic Lagerei («Amministrazione generale dei campi di
lavoro correttivi»); eredità dell’Impero degli Zar. Stalin
(pseudonimo, in russo «uomo d’acciaio», vero nome Iosif Vissarionovic
Dzugasvili); il dittatore sovietico.
Con questi fattori Aleksandr Solzenicyn
scrive nel 1964 «Una giornata di Ivan Denisovic», un libro, in chiaro
stile autobiografico, che descrive una giornata nei campi di lavoro in
Siberia.
Aleksandr Solzenicyn
viene imprigionato nel 1945 per aver messo in dubbio le qualità
strategiche di Stalin in una lettera ad un amico; nel 1956 viene
liberato grazie alla destalinizzazione avviata da Kruscev
che difende lo scrittore dagli stalinisti. Ma nel 1974, con
Breznev, Solzenicyn viene espulso dall’URSS e, con l’accusa di
tradimento, gli viene tolta la cittadinanza sovietica. Lo scrittore
ritornerà in Russia soltanto nel 1991 con la caduta del regime.
Gelo, sfruttamento, fame: Solzenicyn
in questa storia narra, grazie alle sue testimonianze dirette, di Ivan
Denisovic, finito in carcere come traditore soltanto per essere stato
catturato dai tedeschi durante la II Guerra Mondiale.
Le analogie con i Lager nazisti riescono fin troppo facili. Bisogna però
ricordare che i GuLag erano dei campi di lavoro forzati ma non avevano
lo scopo di cancellare dalla faccia della terra una razza: le guardie e
i prigionieri erano grosso modo della stessa nazionalità; la morte non
era ricercata anche se era un incidente assai frequente: gli assassini
politici avvenivano al di fuori dei campi; non hanno nulla a che fare
con le idee di Marx: citando Primo Levi «[…] Ma è possibile, anzi
facile, rappresentarsi un socialismo senza Lager: in molte parti del
mondo è stato realizzato. Un nazismo senza Lager è invece impensabile».