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Janis Joplin, la regina bianca del blues
di
Daniela Carazzai

Forse non è conosciuta quanto i Pink Floyd o i Doors, ma Janis Joplin fu un’artista veramente unica, definita “la più grande cantante della storia del rock” e “ la più grande cantante bianca di blues mai vissuta”.
La cosa che la rende straordinaria è sicuramente il suo successo, ottenuto nell’arco di pochissimo tempo (quattro anni) e dalla pubblicazione di soli quattro album. Lo stesso successo che la condusse lungo la strada degli eccessi e che la portò a morire di overdose in un’anonima camera d’albergo di Los Angeles a soli 27 anni (il caso volle che ella si spense esattamente due settimane dopo la morte di Jimi Hendrix, alla stessa età).
La leggenda di Janis Joplin inizia nel 1967 al Monterey Pop Festival dove si esibisce con la sua band. Nello stesso anno pubblica il primo album che prende il nome del gruppo stesso, “Big Brother and the Holding Company”.
Subito dopo la pubblicazione del secondo album, “Cheap Thrills”, lascia la band per intraprendere la carriera solista. Così nel 1969 incide il suo disco “I got dem ol’kozmic blues again mama” e, nello stesso anno, arriva la consacrazione grazie alla sua leggendaria partecipazione a Woodstock. Da quel momento la carriera della Joplin diventa un continuo altalenarsi di alcool e droghe che si conclude, appunto, con la sua morte il 4 ottobre 1970.
Pochi giorni dopo esce postumo “Pearl”, il suo quarto ed ultimo album che contiene le splendide “Mercedes Benz” e “Me and Bobby McGee”.
Il 19 gennaio 2003 la Joplin avrebbe compiuto sessant’anni. Per ricordarla è uscito “The essential Janis Joplin” che in due CD riassume tutto il lavoro della cantante. In esso, oltre alle celeberrime “Summertime” e “Mercedes Benz”, sono contenuti due live inediti registrati a Woodstock.
Tutta la sua carriera è stata fortemente influenzata da quei principi di libertà e ribellione che dilagavano in tutto il mondo in quegli anni. Per questo Janis Joplin non fu solo una splendida voce che cantava il blues, ma un vero e proprio simbolo.
Sicuramente lo è stata per le ragazze sessantottine che vedevano in lei l’emblema della donna emancipata che aveva trovato il coraggio di adottare uno stile di vita sino ad allora riservato agli uomini. Ma anche per gli altri musicisti, sia i suoi contemporanei, sia quelli che sono arrivati con la generazione successiva.
Non sono state né la tragica morte né la brevissima carriera musicale a renderla la prima superstar femminile della storia del rock, bensì la sua arte straordinaria. In soli quattro anni Janis è riuscita a creare un’incredibile fusione di blues, rock e soul.
È stata una grande artista, grande almeno quanto lo era la sua musica, ed è per questo che rimarrà sempre l'indiscussa regina bianca del blues.

 

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