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... il mio crimine: la curiosità !
di
Marco Tranquillin

Sfogliando vari giornali e riviste che trattano argomenti di carattere informatico,  il più delle volte veniamo a contatto con termini specifici di cui non siamo a conoscenza e diamo loro un significato completamente diverso dal loro concetto reale. L’esempio lampante è l’uso scorretto del sostantivo Hacker, parola che troviamo quasi ovunque ma sulla quale nessuno si è mai soffermato a studiarne la vera logica  avvicinandola sempre più al concetto di pirata informatico.
Andando alla ricerca della corretta definizione ci troviamo dinanzi a numerose e discordanti descrizioni che non facilitano il nostro compito:

·        ficcanaso maligno che tenta di scoprire informazioni delicate

·        esperto di sistemi di protezione che cerca il modo di eluderli per trarne profitto

·        persona che prova piacere nell'esplorare i dettagli dei sistemi programmabili e i metodi per estenderne le loro capacità, in opposizione alla maggior parte degli utenti, che preferiscono imparare solo il minimo necessario

L’unica definizione che più si identifica con il termine hacker è l’ultima in quanto l’hacker è semplicemente un appassionato di sistemi informatici che, grazie alle sue capacità e conoscenze, riesce a trovare dei bugs (ovvero bachi/errori/mancanze) ed elabora delle soluzioni per la loro risoluzione e per lo sviluppo dell’intero sistema (basti pensare che alcune società assumono degli hackers per sviluppare la sicurezza dei loro sistemi).
Per meglio identificare la figura e soprattutto la filosofia dell’hacker, riporto uno spezzone del famoso “Manifesto Hacker” pubblicato in Internet da The Mentor (uno dei più famosi hacker del mondo) l’8 gennaio 1986. 

Il mio è un mondo che inizia con la scuola... Sono più sveglio di molti altri ragazzi, quello che ci insegnano mi annoia. Come quando leggi un romanzo a puntate, e ogni volta arrivi alla fine della puntata e capisci che neanche lì ti è stato detto quello che volevi sapere, e dovrai aspettare ancora chissà quanto prima della prossima lezione. Dannato bambino. Non vuole andare a scuola. Sono tutti uguali. Credo di essere alle medie. So che ho ascoltato l'insegnante spiegare per quindici volte come ridurre una frazione. L'ho capito, maledizione. La brutta ? Quale brutta ? Per una stupidaggine del genere ?L’ho fatta a mente. Dannato ragazzino. Probabilmente lo ha copiato. Sono tutti uguali. Ma oggi ho fatto una scoperta. Tornato a casa, sul mio tavolo, ho trovato un computer. […] Aspetta un momento, questo è incredibile! Fa esattamente quello che voglio. Se commetto un errore, è perché io ho sbagliato, non perché io non gli piaccio... O perché si senta minacciato da me...O perché non gli piace insegnare e vorrebbe essere da un'altra parte... […]Dannato bambino. Si e' allacciato nuovamente alla linea telefonica. Sono tutti uguali. Ci potete scommettere  che siamo tutti uguali. I pochi che avevano qualcosa da insegnarci trovavano in noi volenterosi allievi, ma queste  persone sono come gocce d'acqua nel deserto. […] Noi facciamo uso di un servizio gia  esistente che non costerebbe nulla se non fosse controllato da approfittatori ingordi, e voi ci  chiamate criminali. Noi esploriamo...e ci chiamate criminali. Noi cerchiamo conoscenza...e ci  chiamate criminali. Noi esistiamo senza colore di pelle, nazionalità, credi religiosi e ci chiamate criminali. Voi costruite bombe atomiche, finanziate guerre, uccidete, ingannate e mentite e cercate di farci credere che lo fate per il nostro bene, e poi siamo noi i criminali. Si, io sono un criminale. Il mio crimine e' la mia curiosità. […] Io sono un hacker e questo e' il mio manifesto. Potete anche fermare me, ma non potete fermarci
tutti...dopo tutto, siamo tutti uguali.

              Capire perfettamente le parole di The Mentor non è affatto facile, ma il concetto basilare è palese e non è da confondere con quello che ci viene proposto dalla maggioranza delle persone che sono impreparate su tale argomento.
E’ di fondamentale importanza quindi venire a conoscenza di nuovi termini che raffigurano perfettamente i VERI pirati informatici: 

·        LAMER: personaggi che si spacciano per hacker e che chiedono a tutti come attaccare un sito e come fare per non farsi tracciare (per non essere riconosciuti, seguiti, durante un attacco), per questo si espongono al ridicolo e alla possibilità di essere individuati. Quelli che molti chiamano comunemente Hacker sono solo dei Lamer, ossia individui convinti di essere un Hacker solo perché riescono a fare dei danni a computer altrui utilizzando speciali programmi che non sarebbero assolutamente in grado di crearli personalmente.

·        CRACKER: Sono pirati-vandali informatici. Hanno le conoscenze tecniche e gli strumenti degli hackers ma li usano per infrangere le protezioni di un sistema per furto o vandalismo. La parola è stata coniata nell'85 dagli hackers per difendersi dall'uso improprio da parte dei giornalisti della parola hacker. Di solito i crackers sono dei mediocri hacker e tendono a riunirsi in una sorta di società segrete che commettono reati. Comunità di questo genere sono fiorenti in Usa, Australia, Gran Bretagna, Germania e paesi nordici, ma il fenomeno è mondiale. Anche l'Italia è degnamente rappresentata.

·        PHREAKER: "Phone phreaker": specialista nella penetrazione di sistemi telefonici per un loro utilizzo abusivo.

    VIRER: “Virus creator”: specialisti nella programmazione e nella trasmissione di virus informatici al solo fine di danneggiare i sistemi altrui.

 

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