Social forum: dov'è
finito "CHE" Guevara
di Giovanni Iagher
“Dio
è morto, Marx è morto e anche io non mi sento molto bene!”…
Questo
emblematico aforisma, che lessi tempo fa su di una maglietta, ci sbatte
in faccia la sfacciata indifferenza e drammatica perdita di valori, di
cui siamo testimoni tutti i giorni. Se, però, chi ancora crede ha la
forza di guardare oltre la deludente quotidianità, si sarà sentito
partecipe del grande avvenimento fiorentino del Social Forum, che ha
infuso nuova linfa vitale alle coscienze dei giovani, e non solo.
Il Social Forum ha infatti sminuito ogni malizioso preconcetto. Ha
lasciato un segno profondo e coerente che lo ha posto nelle prime pagine
dei giornali come, per esempio, “il più grande corteo pacifico mai
visto” (l’Unità, 10 Novembre 2002). Sono state molte le riunioni e
i dibattiti, operati con la più grande libertà democratica. Per questo
chi parlava al microfono nelle riunioni non veniva riprodotto sul grande
schermo: al fine di risaltare il pensiero a scapito dell’immagine e
rinomanza di chi parlava. Fra le varie riunioni va sicuramente annotata
quella che si è svolta nei seminari della Fortezza da Besso, a cui
hanno partecipato più di tremila persone, riunite a parlare di fame,
guerra e povertà. Un altro sorprendente e curioso evento è che la
sinistra italiana sia scesa fra i giovani contestatori, unita come non
lo è mai stata prima. Con
questo viene a galla la poderosa attrazione data dalla condivisione
d’idee , un aspetto estremamente incoraggiante, ispirato
dall’intrinseco desiderio di cambiamento espresso dai giovani
manifestanti, miei coetanei e amici. La folla cosmopolita dei
manifestanti, che ha contato un milione di partecipanti nel corteo di
Sabato 9 Novembre, ha espresso pacificamente le proprie idee contro la
guerra, la globalizzazione e la miseria che colpiscono il mondo. Questo
proprio quando la politica dei gretti
potenti della terra anelano alla guerra, indifferenti alla
sofferenza del terzo mondo. Inoltre, ogni critica e dimostrazione di
scarsa fiducia e solidarietà degli inguaribili guastafeste e poveri
pedanti di professione vanno, a mio parere, solamente respinti per la
loro viltà ed inconsistenza. Occorre riportare anche la discreta e
attenta, quasi invisibile, presenza delle forze dell’ordine. Essi non
sono mai, forse proprio per il loro corretto comportamento, entrati in
contatto con i manifestanti, evitando reazioni e violenze.
Per
concludere, nella speranza che chi leggerà queste parole non le prenderà
come un gioco, invito te, lettore, a considerare quello che è
recentemente avvenuto a Firenze, un evento che ci lascia intravedere la
volontà di progresso umano fra la diffusa indifferenza.