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L'elettrosmog fa discutere... anche all'ITIS
di Mara Zanardo, Ylenia Bianchet, Daniel Balzan

L’elettrosmog, termine che indica l’inquinamento dai campi elettromagnetici, è probabilmente la forma di degrado invisibile più consistente del nostro pianeta.
Se osserviamo il paesaggio italiano ci troviamo di fronte ad una giungla di cavi e tralicci, precisamente oltre 50mila antenne (38mila in più di quelle sufficienti a coprire tutti gli USA), senza contare le 55mila in fase di installazione per il sistema di telefonini UMTS.
Siamo circondati da Emettitori di Radiofrequenza e di Campi Magnetici che irradiano da ogni direzione producendo irradiazioni. Quello che ci si chiede è se queste siano pericolose per la salute dell’uomo e quali problemi può comportare l’esposizione a queste onde 24 ore su 24.
Fino ad ora non c’è stato un riscontro scientifico adeguato, ma numerosi studi sostengono che un'esposizione prolungata può essere causa di gravi danni alla salute, quali: leucemie infantili, disturbi neuro-vegetativi, cardiaci e riproduttivi.
Informazioni più approfondite, tratte dalla ”Direzione degli Studi del Parlamento Europeo n.5/2001”, ci informano che, quando un organismo vivente è esposto ad un campo elettromagnetico, si verifica un’interazione (azione che si manifesta tra corpi a causa della presenza di una forza) fra le intensità di campo e la corrente e le cariche elettriche presente nei tessuti, producendo come risultato il cosiddetto EFFETTO BIOLOGICO.
Tuttavia, l’effetto biologico non comporta necessariamente un danno; il danno si verifica quando l’effetto biologico supera la capacità di compensazione biologica dell’organismo. Gli effetti provocati dall’esposizione ai campi elettromagnetici possono essere classificati come ACUTI o CRONICI.
E’ giusto allora destinare attenzione e grandi quantità di denaro all’inquinamento elettromagnetico, sperperando denaro pubblico per effettuare costose opere di intervento agli elettrodotti?
Una tale spesa se motivata da esigenze sanitarie, essendo queste assenti, è insostenibile: allontana enormi risorse da emergenze sanitarie accertate e dalla ricerca scientifica.

Lo stato ci tutela con delle leggi riguardanti la protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. In Italia si è cominciato a parlare dei pericoli dell’elettrosmog nel 1992 che fissava i limiti massimi di esposizione ai campi negli ambienti abitativi e negli ambienti esterni. Negli anni seguenti sono stati fatti altri decreti in rapporto a questo fenomeno, tutelando la salute dei cittadini, attivando misure di cautela, assicurando la difesa dell’ambiente e del paesaggio e per minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettromagnetici.
In sintesi le regole di difesa sono quattro:

- Misurazione dell’entità della radiazione.
- Distanza di sicurezza.
- Limitazione del tempo di esposizione.
- Schermatura della fonte, del sito abitabile o della persona.

Anche il nostro istituto si è impegnato a raccogliere i dati riguardanti campi elettromagnetici a bassa frequenza dovuti agli elettrodotti ad alta tensione
che attraversano la zona.
I rilievi sono stati eseguiti il 29/04/1999.
La zona in esame è attraversata da 2 linee elettriche aeree di alta tensione dell’Enel, una da 220 KV denominata “Vellai-Borgo Valsugana” e una da 132KV denominata “Vellai-Arsiè”, delle due la più vicina all’istituto è quella da 220KV!

Limiti massimi nazionali

       Condizione

   Campo elettrico E

Induzione magnetica B

Aree in cui individui della popolazione trascorrono una parte significativa della giornata.

5KV/m

0.1 mT(100mT)

Aree in cui l’esposizione sia limitata a poche ore al giorno.

 

10KV/m

1mT

Limiti massimi regionali

         Condizione

   Campo elettrico E

Induzione magnetica B

Campo misurato all’esterno delle abitazioni e dei luoghi di abituale prolungata permanenza ad 1.5m da terra.

0.5 KV/m

0.2 mT

Le misure sono state effettuate sia all’interno dell’ITIS, che all’esterno. Bisogna considerare che all’interno degli edifici l’influenza dal campo elettrico generato da sorgenti esterne è trascurabile per effetto della schermatura delle strutture.
Le misure sono state effettuate privilegiando gli ambienti di vita nei quali risulta significativa la permanenza delle persone(aule e laboratori).
All’esterno le misure sono state eseguite sulle scalinate di accesso al primo piano, punto dove i conduttori si trovano più vicini all’edificio.

 

Punti di misura

Ora

Corrente(A)

E(V/m)

B( u T)

 

Bmax ( u T)

Auditorium-1 piano

10.40

142

-

1,55

6,52

Aula n.1

10.42

142

-

1,36

5,69

Aula n.2

10.45

142

-

0,63

2,63

Lab.automazione

10.45

142

-

1,58

2,42

Scala esterna a nord

10.50

142

534

1,8

7,56

Scala esterna a sud

10.55

134

62

0,08

0,35

Lab.matematica

11.00

134

-

0,06

0,27

Segreteria

11.05

134

-

0,66

2,94

Aula n.14

11.10

134

-

0,95

4,21

Rilievi effettuati

L’indagine condotta ha accertato che i livelli di campo elettromagnetico nella zona in esame sono ampiamente al di sotto dei limiti prescritti dalla normativa nazionale, non è così invece per quella regionale.
I nuovi elettrodotti dovrebbero perciò seguire le nuove normative più restrittive.
È giusto, quindi, chiedere che queste antenne siano installate lontano dalle abitazioni!
La pericolosità dei campi elettromagnetici è molto dibattuta tra innocentisti (padroni degli impianti) e colpevolisti (associazioni consumatori, ecologisti, ecc).
E’ difficile sperare in una diminuzione dell’elettrosmog nel futuro, anzi se ne prevede il raddoppio nei prossimi 5 anni. Dobbiamo quindi abituarci a questa convivenza tentando di minimizzare gli effetti.

Cosa suggerisce allora il buon senso?
Il buon senso suggerisce un grande consulto europeo fra scienziati e ambientalisti per dare a noi smarriti cittadini e studenti, qualche certezza in più e, soprattutto a noi italiani una risposta per capire se la nostra legge è giusta o troppo incurante.
Ci vorrà del tempo!!!!

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