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La paura dei genitori

di Luciana Tavernini

insegnante scuola media

Per prima cosa volevo sottolineare la bellezza del linguaggio delle prime tre relazioni. Io credo che quando si tiene legata all'esperienza l'elaborazione di questa esperienza e la si sente viva, ecco che lì viene fuori un linguaggio "aurorale", cioè quel linguaggio che a me ha dato un po' la sensazione, la sorpresa di quando si impara dalla madre una nuova parola, la nuova parola che diventa quasi magica, ecco io ho avuto questa sensazione, credo che sia un elemento importante e le ringrazio per questo.
Ho preso da questo perché non sono nemmeno io d'accordo di separare, contrapporre gli ordini di scuola, ma anzi di vedere di avere degli stimoli, la continuità con la madre allora, in continuità con la madre, ma non in sostituzione della madre, insomma la madre è insostituibile. E allora dico una cosa banale che faccio per creare la fiducia che normalmente viene nelle elementari, perché si vedono le madri e i padri fuori dalla scuola, io do il mio numero di telefono subito. Dare il numero di telefono personale e dire chiamatemi quando ne avete bisogno, comporta di ricevere nell'arco del triennio quattro o cinque telefonate perché poi data la fiducia, la fiducia viene proprio mantenuta. Però questo mi dà la libertà poi di agire sapendo che quando ne avessero bisogno io sono presente e tengo conto delle madri e dei padri.
La cosa che io vedo nei miei colleghi e nelle colleghe è la paura dei genitori, si sta instaurando in questo periodo la paura dei genitori, la paura delle denunce dei genitori, e allora noi dobbiamo fare le carte, mandiamo le lettere, ma bisogna protocollarle in modo che se per caso il ragazzino, la ragazzina hanno dei problemi si sappia che sono stati avvisati per tempo perché è importante che tutto sia formalizzato.
Vedo un'altra cosa in questo periodo che secondo me toglie spazio al dialogo, il pericolo della gerarchizzazione io lo vedo ben presente, ma lo vedo anche come capacità di togliere parola ai momenti del collettivo che nella scuola media scompare, perché i consigli di classe stanno diventando sempre meno un luogo di discussione di che cosa si può fare in quella situazione insieme.
La paura dei genitori crea anche la paura dei ragazzi e delle ragazze con i quali non si riesce più a volte a parlare perché si sostituisce il disciplinare.
Allora io lì creo per esempio il discorso del cerchio di parola, ma un cerchio di parola che non è egualitario perché il mio posto viene contrassegnato in maniera diversa, e in questo cerchio di parola loro rivelano delle loro esperienze e il bisogno di parlare delle relazioni e diventa l'unico luogo delle relazioni.
Noto anche un'altra cosa e me l'hanno detto proprio le mamme incontrandole in treno e al supermercato. Nella classe vicino alla mia c'è un'insegnante che io stimo moltissimo e una mamma mi ha detto:"va benissimo la scuola, andiamo benissimo, gradualità, sono abbastanza contenta, ma hanno perso il piacere di studiare, dello studiare storia", e vanno bene, sono un ragazzino e una ragazzina, vanno bene ma hanno perso il piacere di studiare.
Allora io stimando la collega ho osato dirglielo e lei dice "ma io sono una brava insegnante di storia, io seguo Brusa da tanto tempo", lo stimo pure io, e poi dice "con l'altra mia collega di matematica ho fatto tutto un lavoro sul libro di testo, sottolineatura, tutti i metodi per imparare a studiare sul libro di testo". Insomma lei ha sostituito il messaggio vivo, l'amore della storia, con lo studiare il libro di testo, quindi il vangelo è diventato il libro di testo e l'insegnante colei che ti insegna la tecnica.
Allora qui secondo me c'è un problema, io volevo sottolineare il fatto che per esempio la storia come viene prospettata da questa riforma, è qualcosa che è disincarnata soprattutto nel periodo degli adolescenti quando si ha ancora più bisogno di vedere esseri umani in carne ed ossa, dove non si conosce se si parla di strutture, di sindacati, non si sa neanche che cosa siano, perché non fanno parte della loro esperienza e quindi diventa una storia che si impara a memoria, quelli che hanno più cultura imparano e gli altri no. A questo proposito noi a Milano, vi hanno dato l'indirizzo del nostro sito, stiamo lavorando per creare questo convegno alla fine di settembre, inizi di ottobre, proprio mettendo al centro gli esseri umani in carne ed ossa, le donne che nel passato hanno agito e cercando di far vedere i contesti relazionali, per noi storia è mostrare contesti relazionali non tanto un continuum come si vuol far vedere, di base, per far avere l'idea di conoscere tutta la storia e quindi non essere più neanche capaci di intervenire nel sociale, perché poi il risultato è questo, che si perde il desiderio di protagonismo da parte dei ragazzi e delle ragazze.

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