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Lo scambio amoroso favorisce la crescita

di Katia Ricci

insegnante di scuola superiore

Insegno Storia dell'Arte in un liceo classico di Foggia. Mi è piaciuto moltissimo l'intervento delle maestre, perché di solito ai convegni si sentono interventi di professori che pensano di poter sempre insegnare, mentre le maestre mi hanno dato una bella lezione, molto emozionante su questioni che vanno oltre la scuola.
Tra i problemi che ci sono oggi a scuola, e che mi sembra siano collegati fra loro, c'è la tendenza ad abolire le differenze fra donne e uomini studenti e insegnanti, adulti e giovani, etc., considerando questi ultimi come adulti in miniatura, e l'abolizione della distanza fra scuola e mondo.
Vedo che si tende a immettere nella scuola le forme che vivono nel mondo senza alcuna mediazione.
Secondo me tutto questo è frutto dell'ignoranza simbolica dell'opera materna; ne ho avuto conferma leggendo alcune pagine del libro di Berlinguer sulla scuola,che contiene il pensiero simbolico della nuova riforma. Difendendosi dalle critiche che gli sono state mosse per aver ridotto di un anno il primo ciclo scolastico, dice che non ci sarà "alcun danno per l'apprendimento" grazie alla "razionalizzazione delle conoscenze", al contrario se ne trarrà un innegabile vantaggio per la crescita dei giovani, perché "i parcheggi favoriscono un'adolescenza differita all'ombra di un mammismo prolungato".
Come si vede, il riferimento all'età, all'essere adolescenti è visto soltanto in termini negativi e la crescita di giovani e bambini sembrerebbe riguardare soprattutto le conoscenze razionali.
Invece chi ha esperienza di bambini, e stasera ne ho avuto conferma, sa benissimo quanta affettività e quanto amore circolino nella scuola elementare e quanto i bambini si affezionino alla scuola perché amano la maestra come una madre; questa è l'esperienza che io ho vedendo il comportamento di una mia nipote che ama la maestra e quindi la scuola e che apprende e impara moltissimo proprio per la relazione con la sua maestra.
Quindi, altro che razionalizzazione delle conoscenze, è lo scambio amoroso che favorisce la crescita.
Penso che il non voler crescere, l'adolescenza protratta siano il frutto di un rapporto innaturalmente interrotto con la madre, perché l'opera materna consiste non nel trattenere presso di sé, ma nel lasciare andare per il mondo. È un'esperienza, il rapporto con la madre, a cui bisogna guardare per imparare ad insegnare, ma non è possibile se lo si vede solo in termini di mammismo e dunque in termini negativi. Per questo dico che il senso della riforma è la sottrazione dei giovani all'opera materna e per questo i bisogni dei bambini e delle bambine possono essere visti e letti, in chiave di razionalizzazione delle conoscenze, magari condite con un po' di affettività.
Per quanto riguarda la crescita delle ragazze e dei ragazzi non solo si vuole affrettarne il tempo, ma anche regolarla secondo i parametri e le regole degli adulti maschi, istituendo per esempio le consulte, la carta dei diritti, gli ordinamenti etc., senza chiedersi perché, le ragazze in genere, ma anche moltissimi ragazzi poi si sottraggano a questi meccanismi. Insomma non si possono considerare i giovani degli adulti in miniatura. La crescita dei/lle giovani a scuola deve avvenire al riparo del mondo così come fa la madre che cresce i figli al riparo dal mondo.
Chi insegna si prende la responsabilità di far filtrare dal mondo le cose che pensa sia giusto che passino e non fa entrare in maniera massiccia forme e regole della società senza mediazione.
Penso ad esempio al modo in cui si tende a risolvere il conflitto tra studenti e insegnanti, subito nelle aule giudiziarie. Succede così che i ragazzi sprechino gran parte del tempo a pensare a come poter mettere su un eventuale ricorso e gli insegnanti a come fare per evitarlo. Il problema non è che bisogna evitare il conflitto, anzi è importante che ci sia, però deve essere elaborato lì dove c'è la relazione e non assumere forme della società degli adulti. Se avviene all'interno, nel contesto in cui è nato, la/lo studente può anche avere la solidarietà degli altri (mi sembra che dica Hannah Arendt in Tra passato e futuro), altrimenti rimane solo, e non solo di fronte ad un'autorità in carne ed ossa, ma di fronte ad un potere anonimo che gli può dare anche ragione, se segue tutte le sue regole, ma certo non favorirà la sua crescita in un modo libero.
Dopo stasera, dopo aver ascoltato l'intervento delle maestre, parafrasando Picasso che diceva di saper dipingere inizialmente come Raffaello e di aver poi impiegato 30 anni per imparare a dipingere come un bambino, dico che dopo 30 anni devo imparare ad insegnare come una maestra.

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