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Elementari atmosfere

di Chiara Nerozzi

maestra elementare

Mi chiamo Chiara Nerozzi e racconterò di atmosfere quotidiane, non di attività suddivise in fasi e successioni, ma di ambienti. Il mio desiderio è di narrarvi l'aria che si respira alle elementari, piena di odori diversi: profumi e anche un po' di puzze che si mescolano. Uso odori come metafora per dire di qualcosa d'impalpabile e legato al corpo e al sentire. Le bimbe e i bimbi mi avvolgono tutto il giorno, tutti i giorni, io li osservo, non analizzandoli al microscopio, ma annusandoli tutti insieme, uno per uno, una per una. Sono riuscita a scrivere dopo essermi guardata con gli occhi di Cristina e Silvana, prendendo così distanza dal mio fare.
E' martedì, una settimana fa ho accolto Cristina nella mia classe. Ho riletto le sue intuizioni in relazione a quello che ha visto quella mattina stando lì , in classe, osservandomi. "Prova a scrivere che paesaggio è quello in cui sei quando lasci loro libertà riuscendo a far esistere l'ordine".
Questo ha visto, questo è quello che è successo martedì scorso. Ho in mente le parole di Silvana: "Io non ho un'organizzazione così precisa quando comincio un'attività".
Paesaggio… libertà… ordine… organizzazione: queste parole cominciano a muoversi dentro di me. Quel martedì mattina avevano un'attività principale di scrittura, alla lavagna avevo segnato, in accordo con bambini e bambine, altri lavori da scegliere per tenersi occupati nei tempi morti, di attesa. Ho lavorato vicino a loro, sempre in piedi, a volte seduta al loro posto, per correggere mi chinavo sopra di loro con le mani appoggiate sui banchi e le loro teste al centro del cerchio delle mie braccia, parlavo a bassa voce.
Questa organizzazione aveva tenuto l'ordine, la libertà di movimento la creava il lavoro a coppie e il non essere, io per prima, ferma davanti a loro, ma girovaga tra i banchi. Lavoro in un tempo pieno e la mensa è un altro momento delle nostre giornate. Cristina rimane a mangiare con noi, dopo un po' mi chiede: " Ma dov'è che stanno andando?"
Al termine del pranzo, man mano che finiscono, salgono da soli, da sole in classe e leggono. Per noi è una consuetudine… io resto con Lorenzo e Sebastiano: hanno bisogno di essere stimolati e controllati rispetto al cibo, il resto della classe è al piano di sopra che aspetta di essere al completo per cominciare la ricreazione.
Riusciamo a stare in luoghi diversi, abbiamo percorso una strada a piccole tappe, ora sfumate nel tempo, fatte di rinforzi e rinunce che ha portato a dar fiducia e a creare responsabilità. La "fiducia-responsabile" fa esistere l'ordine lasciando la libertà di viversi uno spazio lontano dagli occhi della maestra.
Il paesaggio in cui sono in questi momenti mi sembra già lontano, la sensazione, inseguendo il ricordo, è di tranquillità nell'impegno, lentezza e abbandono dell'ansia da programmazione o da norme di sicurezza… è come quando viaggio, quando giro in un nuovo paese, mi muovo e vado, mi sembra sia passata una vita per tutto quello che ho fatto e visto, ma è stata una vita velocissima e piena, il tempo è volato e alla fine del viaggio non ricordo con esattezza i primi paesaggi.
Altri giorni, altre sensazioni, altri paesaggi.
Oggi è martedì, non è stato come quello della settimana scorsa,non avevo un'organizzazione precisa. Ero davanti a loro, in piedi, camminavo, gesticolavo, il tono di voce era alto, mi spostavo per vedere quali nuche sarebbero diventate facce e quali si erano perse in mondi più accattivanti di quello che stavo proponendo io. Tutta la mattina è trascorsa parlando, ragionando, osservando la cartina geografica o la linea del tempo: strumenti per orientarci nello spazio del mondo e della storia.
… avanti Cristo, dopo Cristo, 12 mila a.c., 3 mila a.c., cosa viene prima, cosa dopo, e perché si conta così …
Non sono domande semplici, ma molte braccia erano alte e le mani si muovevano come se avessero la risposta tra le dita.
Victor ha la mano alzata, è stato assente più di un mese, è andato in Serbia assieme al padre, ad assistere la nonna ammalata e ad attenderne la morte… una lezione sul tempo e sulla storia… Il giorno in cui è tornato è stato accolto da un chiassoso e caloroso coro, senza di lui per così tanto tempo non ci sentivamo più la stessa classe.
"Chiara! Chiama Victor, chiedi a lui, la sa !" E' il suo angelo custode: il compagno di banco di questo periodo. Victor ha capito il trucco: avanti Cristo viene prima. E se le date sono entrambe in questo periodo? Sento Giammarco che gli suggerisce."Il numero più grosso viene prima,quello più piccolo dopo". E' miracoloso penso: il suggerimento, il copiarsi tra vicini di banco, il lavoro a coppie, qui possono esistere. Rossana si è appassionata ai libri perché Francesca l'ascoltava leggere tutti i giorni, Iacopo ha capito l'organizzazione di una pagina perché guardava sempre sul quadernone di Eliana… sono piccole maestre e maestri l'uno per l'altra e hanno anche un vocabolario più efficace del mio.
Victor è un compagno di viaggio che parla poco la nostra lingua e noi la sua non la conosciamo per niente, si è unito al nostro percorso, ha viaggiato con altri fino a quel momento, ma adesso è con noi e sembra volerci stare, senza chiederci da dove arriviamo e non sapendo bene dove stiamo andando.
Oggi è mercoledì , arrivo a scuola e comincia subito il laboratorio con un gruppo di seconda, la classe di Silvana e uno di terza, la mia. Finisce e mi fermo a parlare con Cristina che è tornata, mentre mi parla realizzo che Iacopo è agganciato alla mia gamba, Valentina è appesa ad un dito della mano destra e Francesca è sullo stesso lato che mi cinge la vita… penso: sono passate due ore, siamo appena riemersi dal mondo delle filastrocche, attività del laboratorio, stanno aspettando. Non potendo avere per il momento il mio ascolto, il mio sguardo, le mie parole, sono qui appoggiati, in contatto con me.

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